Il Papa apre il Convegno ecclesiale diocesano: il Battesimo non è per se stessi ma
per essere in unità con la Chiesa
"Andate e fate discepoli, battezzando e insegnando. Riscopriamo la bellezza del Battesimo".
Dal Vangelo di Matteo è tratto il tema del Convegno ecclesiale diocesano che il Papa
ha aperto lunedì sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Ai presenti, Benedetto
XVI ha spiegato la ricchezza di un dono di Dio che ci rende fratelli e che è il primo
passo della Resurrezione. “Roma ama il Papa e lo difende come un dono di Cristo”,
ha detto nel saluto introduttivo il cardinale vicario Agostino Vallini, ribadendo
l’impegno della diocesi a restituire vitalità alla fede. Il servizio di Gabriella
Ceraso:
Tre giorni
di incontri, conferenze e scambi si sono aperti ieri sera per la diocesi di Roma:
è una nuova tappa della verifica pastorale incentrata quest'anno principalmente sul
valore del Battesimo e ispirata alle parole rivolte ieri dal Papa ai presenti, dopo
la preghiera iniziale. Perchè il Battesimo è necessario per essere discepoli di Cristo,
si chiede Benedetto XVI. Quale la profondità di questo Sacramento? Una prima risposta
è già nelle parole scelte da Gesù per la formula battesimale: "Nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo". Essere battezzati ci immerge - spiega Benedetto
XVI, parlando a braccio - nella divinità trinitaria; diventiamo inseriti nel nome
di Dio, che diventa il nostro nome e noi i suoi testimoni. Battezzare, dunque, vuol
dire innanzitutto essere uniti a Dio in una nuova unica esistenza. Ne consegue che
Dio non è più lontano, ma è una presenza viva di cui dobbiamo tener conto, che siamo
fatti cristiani da Dio, che ci realizza in una nuova dimensione e infine che essendo
immersi con il Battesimo in Dio siamo in comunione con i fratelli":
“Essere
battezzati non è mai un atto solitario, per 'me', ma è sempre necessariamente un essere
unito con tutti gli altri, un essere in unità e solidarietà con tutto il Corpo di
Cristo”.
Ma anche il rito sacramentale - prosegue Benedetto XVI - ci aiuta
a capire cosa è il Battesimo. In esso due elementi la parola e l’acqua, quest’ultima
simbolo religioso importante della vita nuova, ma anche della morte attraverso cui
si arriva alla Risurrezione, alla una nuova vita. E poi acqua come materia perché
anche di questa, di materia e di corpo, è fatta la nostra fede. Poi la parola del
rito battesimale - ovvero rinunce, promesse, invocazioni - attraverso di esse il Battesimo
si rivela e si trasforma in cammino di vita:
“In queste si realizza una
decisione, in queste parole è presente tutto il nostro cammino battesimale, sia pre-battesimale
sia post-battesimale. Quindi, con queste parole e anche con i simboli il Battesimo
si estende in tutta la nostra vita.”
In particolare, poi, il Papa si sofferma
sulle tre rinunce del rito battesimale: rinunciare alle seduzioni del male - spiega
- significa anche oggi emanciparsi da un modo di vivere, in cui non conta la verità,
ma l'apparenza, l'effetto, la sensazione, in cui sotto il pretesto della verità, in
realtà, si distruggono uomini:
“Una cultura che non cerca il bene, il cui
moralismo è una maschera per, in realtà, confondere, creare confusione e distruzione.
E contro questa cultura, in cui la menzogna si presenta nella veste della verità e
dell’informazione, contro questa cultura che cerca solo il benessere materiale e nega
Dio, diciamo 'no'”.
Rinunciare al peccato per vivere nella libertà dei
figli di Dio è ammettere - prosegue il Papa - che il peccato non è indifferente a
Dio, non è una parola ridicola, e la libertà non è, come oggi si intende, emanciparsi
dalla fede e, quindi, in fin dei conti, emanciparsi da Dio. Dio ci ama, si è fatto
vulnerabile fino alla morte per noi e ferirlo con il peccato, questo è vivere contro
noi stessi e contro la nostra libertà. E finalmente - prosegue il Pontefice - rinunciare
a satana: questo - spiega - significa dire un "sì" a Dio e un "no" al potere del maligno,
che si vuole fare Dio in questo mondo. Anche la confessione di fede accompagna il
rito battesimale.
Non si tratta semplicemente di una formula - sottolinea il
Papa - tocca il nostro vivere: è un dialogo, è un'azione di Dio con noi, è un cammino.
Solo se accettiamo Cristo come via incominciamo - dice Benedetto XVI - realmente ad
essere nella via di Cristo e possiamo anche capire la verità di Cristo. L'ultima breve
riflessione, lasciata dal Pontefice ai presenti, è sul Battesimo dei bambini. Sarebbe
necessario farlo dopo un cammino catecumenale. Possiamo imporre ad un bambino la religione
da vivere? Si chiede Benedetto XVI, con le domande di oggi. No, non è contro la libertà
il Battesimo, anzi - sottolinea il Papa - proprio in quanto garanzia del bene di Dio
e della sua protezione sulla vita, può giustificare anche il dono della vita stessa,
che quello sì ci viene dato senza previo consenso.