Giornata contro il lavoro minorile: sfruttati 215 milioni di bambini
Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Dati drammatici arrivano
dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), secondo cui sono ancora 215 milioni
i bambini costretti a lavorare. Cinque milioni invece quelli ridotti in schiavitù.
Forte il monito del direttore dell’Ilo, Juan Somavia che ribadisce: “Non possiamo
accettare che l’eliminazione di questa piaga faccia passi indietro nelle priorità
dell’agenda dello sviluppo” il servizio di Cecilia Seppia:
Lavoro minorile
ma non solo: schiavitù, sfruttamento sessuale, bambini impiegati nei conflitti armati
o nel traffico della droga e dunque ancora brutalmente privati della loro infanzia.
Nonostante l’impegno di molti governi e Ong per combattere queste piaghe, i dati nel
mondo restano drammatici: sono infatti 215 milioni, secondo l’Ilo, i minori costretti
a lavorare anziché andare a scuola, cinque milioni quelli ridotti in schiavitù, 53
milioni i piccoli a rischio abusi. Lorenzo Guarciello, responsabile di una
campagna Ilo-Banca Mondiale-Unicef per contrastare il lavoro minorile:
“Finora
si è guardato al lavoro minorile come ad un problema a se stante, quindi con politiche
mirate al lavoro minorile. Quello che invece serve, a mio parere, è un approccio integrale
per risolvere il problema utilizzando determinate politiche, che guardino all’istruzione
ma allo stesso tempo al mercato del lavoro, alla protezione sociale ma anche alla
comunicazione, per far capire alle famiglie quanto sia dannoso il lavoro minorile
per i bambini e quanto sia importante l’istruzione. In tutto questo non dobbiamo dimenticarci
dei giovani, perché i bambini lavoratori di oggi saranno i giovani di domani che entreranno
a far parte del mercato del lavoro. Il problema è che il lavoro minorile impedisce
ai bambini di accumulare capitale umano, quindi di raggiungere certi livelli di istruzione,
per cui questi bambini si trovano ad entrare da giovani nel mercato del lavoro con
low skills, ovvero basse competenze. Quindi, è difficile trovare
lavori decenti, un salario decente, impiego nel mercato formale”.
Tra i
Paesi sotto accusa, l’Africa con 65 milioni di "piccoli schiavi", poi l’America Latina
con 14 milioni. Focus anche sull’India, Stato molto popoloso, che non ha ancora ratificato
la Convenzione dell’Onu sul lavoro minorile. Ogni minuto in queste aree - secondo
l’Ilo - ne muore uno per incidenti, malattie o gravi traumi psicologici. Ancora,Lorenzo Guarciello:
“Anche questo degli incidenti sul lavoro, è un altro
dato allarmante. Infatti, da ricerche effettuate si vede che specialmente nelle aree
agricole, ma anche in quei settori manifatturieri in cui spesso i bambini vengono
coinvolti, gli incidenti sono in numero elevato. E uno dei grossi problemi è appunto
che il lavoro minorile influisce tanto anche sulla salute dei giovani. Questo preclude
non solo una vita normale da adulto, ma preclude anche l’accesso al mercato del lavoro,
per esempio, impoverendo sempre di più le famiglia. Questo ciclo deve essere assolutamente
interrotto con politiche che salvaguardino anche – per i bambini che lavorano – la
salute dei bambini stessi”.
“E’ necessario - dunque - rafforzare la giustizia
in ogni Paese e promuovere programmi di protezione delle vittime”, dice Juan Somavia,
direttore dell’Ilo, che spinge i governi ad impegnarsi efficacemente. Ma ribadisce:
“E' indispensabile anche favorire l’occupazione dei genitori e l’educazione dei più
piccoli per contrastare il lavoro minorile”.