2012-06-11 14:26:30

Myanmar: chiesto lo stato di emergenza. Il presidente invita alla calma


In seguito alle violenze razziali che si stanno susseguendo negli ultimi giorni in alcune zone del Myanmar, il presidente Thein Sein – riferisce l’agenzia Misna – ha deciso di proclamare lo stato di emergenza. Concretamente ciò vorrà dire ampi poteri alle forze di sicurezza e il divieto di assembramento per più di cinque persone, che già era stato imposto, insieme al coprifuoco, nei territori ovest del Paese, dopo le violenze esplose lo scorso venerdì. Il presidente, in un discorso in televisione, ha anche invitato alla calma la popolazione, dicendosi seriamente preoccupato del fatto che tali episodi possano minacciare il processo di riforme avviato nell’ultimo anno. Sein ha, inoltre, chiesto a tutte le istituzioni e alla società civile di cooperare per riportare la situazione alla normalità. All’origine di questa situazione di conflitti, che coinvolgono particolarmente buddisti e musulmani, c’è lo stupro e l’omicidio di una giovane donna. Le forze dell’ordine hanno già fermato i responsabili, tuttavia le violenze, che finora hanno causato 17 morti, decine di feriti e parecchie abitazioni distrutte, continuano tra le comunità. “La situazione è drammatica – ha affermato mons. Thomas Htun Myint, vicario generale della diocesi di Pyay, in un’intervista all’agenzia Fides – la tensione è molto alta fra la comunità etnica maggioritaria dei rakhine e la popolazione dei musulmani rohingya. Speriamo che le autorità civili possano ristabilire la pace. Come Chiesa ci appelliamo a tutti, sperando e pregando per la pace. Alcune famiglie cristiane – ha proseguito il prelato – si sono rifugiate nella nostra chiesa a Settwe per la paura. Come cristiani siamo pochissimi, e non siamo in alcun modo coinvolti nella violenza. Ma i fedeli temono di rimanere vittime degli scontri, anche per sbaglio, e dunque fuggono”. A causa della situazione, l’Onu ha disposto un’evacuazione temporanea del suo personale presente nella regione. (A.C.)







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