Folla al Congresso eucaristico di Dublino. Intervista con padre Vittore Boccardi
“L'Eucaristia: Comunione con Cristo e tra di noi”: entra nel vivo il 50.mo Congresso
eucaristico internazionale che ha luogo a Dublino, in Irlanda, fino a domenica prossima.
Con l’ausilio di 2000 volontari, all’Arena della Royal Dublin Society, migliaia di
pellegrini provenienti da 120 Paesi del mondo, dall’Albania fino allo Zimbabwe, celebrano
l’Eucaristia, pregano insieme, partecipano alle Conferenze generali tenute da 18 oratori
internazionali e ascoltano decine e decine di testimonianze, oltre a riunirsi in uno
degli oltre 150 laboratori e gruppi di confronto. Fausta Speranza ha chiesto
alla nostra inviata, Emer McCarthy, cosa sia emerso dalla conferenza stampa
che ha tenuto poco fa l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin:
R. – L’arcivescovo
Martin ha espresso la sua contentezza per questo inizio: il primo giorno, un lunedì,
che è pieno, strapieno di persone. Penso che non avevano previsto così tanta gente:
hanno dovuto rifiutare l’ingresso ad alcune persone che chiedevano di assistere ad
alcuni interventi di testimonianze, ma non c’era proprio posto. Tanto dunque è l’interesse
suscitato da questo Congresso eucaristico internazionale.
D. – Emer, che cosa
dire del tema principale di oggi, che è l’ecumenismo?
R. – Infatti, oggi gli
interventi sono concentrati sul tema della comunione nel battesimo ma di tutti i cristiani,
non solo dei cattolici. Oggi il 50.mo Congresso internazionale ha aperto le porte
a tutte le Chiese presenti in Irlanda, delle quali sono presenti i rappresentanti.
E’ da sottolineare che l’arcivescovo anglicano di Dublino, Michael Jackson, presiede
nel pomeriggio una Liturgia della Parola, all’insegna dell’ecumenismo. Ovviamente,
questo è un tema molto sentito in particolare qui, in Irlanda, dove non sempre in
passato i rapporti tra le varie Chiese sono stati facili. E questo segna un momento
di svolta importante nella vita religiosa della fede cristiana qui, in Irlanda.
Si
tratta del 50.mo Congresso eucaristico e cade a 50 anni dall’apertura del Concilio
Vaticano II. Nell’intervista di Emer McCarthy, padre Vittore Boccardi,
della segreteria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali,
spiega il profondo legame:
R. – L’ecclesiologia
eucaristica di comunione è il "filo rosso" che sta alla base di tutti i lavori del
Concilio Vaticano II e che, a partire dal Concilio stesso, è entrata poi come idea
comprensiva generale nella vita della Chiesa. Altro non è se non il tentativo di comprendere
che la Chiesa si costruisce a partire dalla celebrazione dell’Eucaristia.
D.
– Ci si aspetta qui a Dublino una settimana ricca di appuntamenti. Ci può parlare
brevemente del programma?
R. – Oggi, per esempio, è dedicato all’ecumenismo.
Le celebrazioni del mattino sono presiedute dal vescovo anglicano della città di Dublino.
E’, dunque, una celebrazione ecumenica battesimale per ricordare la radice comune
dei cristiani, che è quella del Battesimo. Poi, il metodo dei Congressi eucaristici
ormai sperimentato prevede che diversi temi entrino nell’agenda del Congresso: testimonianze
di persone che sanno interpretare il Vangelo attraverso, soprattutto, i gesti della
carità e dell’evangelizzazione in ogni parte del mondo. Poi, altri gesti che si compiono
giorno dopo giorno, come quelli della celebrazione eucaristica, che sta sempre al
centro. Non celebrazioni private o per nazioni, ma celebrazioni comuni, in cui tutti
i delegati presenti, tutti i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo vivono
un’unica Eucaristia per mostrare veramente il senso della comunione ecclesiale. E
ci sono di contorno tante altre cose: avvenimenti di tipo culturale, mostre e stand.
Alla fine, domenica 17, ci sarà la grande Statio Orbis, la riunione di tutti
i presenti nell’unica celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal legato pontificio,
all’interno della quale ci sarà anche l’intervento di Benedetto XVI, che con il suo
messaggio porterà non soltanto il suo saluto, ma la sua riflessione e indicherà poi
la nuova tappa: il luogo in cui si terrà il prossimo Congresso eucaristico internazionale,
il 51.mo, tra quattro anni.
D. – Che idea si è fatto dell’impegno della Chiesa
locale, della Chiesa d’Irlanda? Teologi e professori della Chiesa locale sono intervenuti
nel Simposio che ha preceduto il Congresso...
R. – La mia impressione è che
la Chiesa locale, come ogni Chiesa locale, abbia le sue particolarità. E’ chiaro che
l’Irlanda è sempre stata una Chiesa leggermente a parte, separata - se vogliamo -
dal continente e quindi ha sviluppato alcune sue particolarità, che sono in fondo
anche la sua ricchezza. Basti pensare alla tradizione della storia d’Irlanda. Comunque,
celebrare un Congresso eucaristico in Irlanda significa in qualche modo non continuare
a fissare lo sguardo solo sui problemi e sulle difficoltà di questa Chiesa, che sono
poi i problemi e le difficoltà di tutte le Chiese dei Paesi avanzati. Certo, è una
Chiesa piena di problemi, tuttavia è una Chiesa capace di andare avanti, che smette
di piangere su se stessa ed è capace di volgere lo sguardo verso il futuro, sapendo
che innanzi ha una sfida enorme: la sfida della nuova evangelizzazione, che si può
compiere a partire dalla celebrazione dell’Eucaristia.