Attentati anticristiani in Nigeria. L'arcivescovo di Jos: la gente ha paura di andare
in chiesa
Sono stati rivendicati dall’organizzazione terroristica "Boko Haram" i sanguinosi
attentati contro la comunità cristiana della Nigeria, che ieri hanno provocato 8 morti
e 50 feriti a Jos e Biu. Netta la condanna dell’Unione europea, il cui Alto rappresentante
per la politica estera, Catherine Ashton, ha affermato che il terrorismo non prevarrà
mai, e che la cooperazione con la Nigeria prosegue da vicino. A preoccupare particolarmente
le comunità cristiane minoritarie dell’Africa sub-sahariana è il crescente impulso
all’islamizzazione che alcuni gruppi estremisti portano avanti in Paesi come Niger,
Mali e Nigeria. Sul clima che si respira nel Paese africano, Gabriella Ceraso
ha intervistato l’arcivescovo di Jos, mons. Ignatius Kaigama:
R. – C’è ancora
una grande preoccupazione, perché quando pensiamo che le cose si siano calmate, succede
qualcosa di terribile. L’autorità civile dice che i problemi si risolveranno fra poco,
ma le cose continuano a ripetersi.
D. – Alla sua comunità cosa ripete lei in
queste circostanze?
R. – La settimana scorsa abbiamo fatto una preghiera nazionale
per tutti i cattolici in Nigeria. Noi pensiamo che la preghiera sia la cosa più forte
adesso. Abbiamo delle agenzie di sicurezza, ma secondo me fanno molto poco. Le agenzie
di sicurezza devono scoprire chi sono queste persone, da dove vengono, dove trovano
i soldi, che macchine e che bombe usano. Fino adesso non c’è stato progresso.
D.
– C’è anche il rischio che i fedeli abbiano paura ad andare in chiesa...
R.
– E’ normale che la gente abbia paura, essendoci questa ostilità verso la Chiesa.
Vedono la Chiesa come simbolo della cultura occidentale. "Boko Haram" vuol dire far
sparire la cultura e l’educazione occidentale. I valori occidentali, infatti, secondo
loro, non aiutano i musulmani a vivere come musulmani.