Europei di Calcio. Il cardinale Dziwisz: occasione per unire i popoli del Vecchio
Continente
"I Campionati europei di calcio 2012 aiuteranno ad unire ancora di più l’Europa”.
E’ quanto afferma il cardinale Stanislav Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, in un colloquio
con la Radio Vaticana e il quotidiano “Avvenire” in occasione dei Campionati europei
di calcio, in corso in Polonia ed Ucraina, che ha preso il via venerdì scorso. Luca
Collodi ha chiesto al cardinale Stanislaw Dziwisz che messaggio può inviare
il calcio europeo alle istituzioni dell’Unione, in questo momento di crisi:
R. – Soprattutto
questo Campionato sblocca ancora la divisione tra Est ed Ovest, perché il Muro di
Berlino è caduto, ma all’interno delle anime c’è ancora questa separazione tra Est
ed Ovest. Certamente questi giochi aiutano ad unire l’Europa!
D. – Si guarda
con un certo interesse alla Polonia. Il cambiamento sociale e culturale del Paese,
è reale?
R. – Certamente. La Polonia di oggi è diversa dalla Polonia sotto
la dittatura marxista. La libertà ha provocato un rinnovamento certamente economico,
ma anche un cambiamento culturale. Penso che la Polonia fosse preparata a questo cambiamento.
Ora deve andare avanti senza perdere quel filo spirituale che accompagna il popolo
polacco, cristiano da secoli.
D. – Il calcio, lo sport, lo ha scritto anche
Benedetto XVI in un messaggio ai vescovi polacchi, come possono contrastare gli egoismi
del nostro tempo?
R. – Naturalmente vivendo bene lo sport. Perché lei sa che
con il calcio c’è il pericolo di tafferugli, di violenze, anche del terrorismo. Cerchiamo
di evitare tutto questo e speriamo, perché siamo solo all’inizio dei giochi europei,
che tutto vada bene, secondo lo spirito dello sport.
D. – Quando si parla di
sport, il ricordo va al Beato Giovanni Paolo II. Karol Wojtyla andava spesso allo
stadio per vedere il Cracovia, o preferiva il Wilsa Cracovia, squadra che fu ricevuta
in Vaticano, quando venne a Roma per giocare contro la Lazio (20 febbraio 2003, ndr)?
R.
– Non andava allo stadio, ma seguiva il calcio tramite i giornali, ma anche attraverso
la radio e la televisione. Si interessava, perché anche lui, personalmente, cercava
di fare sport.
D. – Si parla spesso di una simpatia del Papa per qualche squadra
italiana. Qualcuno pensava alla Lazio...
R. – Il Papa si interessava allo sport,
al calcio italiano. Devo dire che parteggiava un po’ per la Roma e un po’ per la Lazio,
per le squadre romane. Come Papa, però, doveva essere al di sopra di tutto questo!
D.
– Torniamo a parlare degli Europei. Contro il razzismo e l’antisemitismo, le nazionali
di Olanda e Italia sono andate in visita ad Auschwitz. Sta cambiando qualcosa, secondo
lei, a livello di sensibilità nei calciatori?
R. – C’è qualche ambiente europeo
che vuole dare quest’immagine. Qui in Polonia e penso anche in Ucraina, ma parlo a
nome della Polonia, non esiste razzismo, assolutamente. Piuttosto c’è una grande simpatia
per la gente di colore o per gli ebrei. Sono alcuni ambienti dell’Occidente che vogliono
imporre questo pensiero di razzismo e antisemitismo.
D. – Alla vigilia di Polonia-Russia,
che si giocherà il 12 giugno, il calcio può allentare la diatriba che c’è tra questi
due popoli? Per questo si teme un po’ la manifestazione annunciata dei tifosi russi
a Varsavia, negli stessi giorni in cui si ricorda la tragedia aerea nella quale perse
la vita l’ex presidente della Repubblica polacca...
R. – No, non penso. Tra
il popolo polacco e quello russo non ci sono problemi. Prima c’era il problema con
il marxismo comunista, ma non con il popolo, perché il popolo russo è un popolo buono,
è un popolo sensibile alla cultura, allo sport.
D. – Klose e Podolski sono
dei polacchi che hanno scelto la nazionale tedesca. Sembra che ai tifosi polacchi
non piaccia la nazionale composta da oriundi, figli di polacchi emigrati all’estero.
Qualcuno pensa che non conoscono nemmeno l’inno nazionale polacco. Lei è d’accordo?
R.
– Ci sono opinioni diverse che si leggono nei giornali. Quelli che giocano fuori e
che partecipano ai campionati europei ci fanno piacere, perché giocano bene.
D.
– Il calcio scommesse è un fenomeno italiano, ma anche polacco. Ci sono processi in
corso, le sentenze arriveranno dopo gli europei. Cosa pensa di questo fenomeno?
R.
– C’è sempre qualcosa del genere nell’ambito del comportamento sportivo.
D.
– Cardinale Dziwisz vedrà le partite del Campionato europeo di calcio? A lei piace
il calcio?
R. – Sì, ho guardato proprio quattro squadre e la Russia è stata
davvero molto forte. Aspettiamo, però, Italia e Spagna. Sarà certamente sport ad altissimo
livello. Peccato che si incontrino all’inizio dei campionati europei. Guarderò questa
partita con grande interesse.
D. – Come vede il cammino della Polonia?
R.
– In questo momento la squadra polacca non è molto forte, ma spero che riesca ad andare
avanti.
D. – Chi vincerà secondo lei questo campionato?
R. – Non voglio
dire niente. Ho già sbagliato pronostico dicendo che la Polonia avrebbe vinto e invece
ha solo pareggiato. Nessuno pensava che il risultato della partita fra Russia e Repubblica
Ceca sarebbe stato così clamoroso. Quindi, è tutto aperto. Se l’Italia vince, applaudo
già da ora. Vi ringrazio di cuore. Cercate di far capire ai cristiani che lo sport
è importante, soprattutto per la promozione umana. (In collaborazione con Massimiliano
Castellani, "Avvenire").