Siria. Ultimatum ai cristiani dall'opposiziome armata: “Via da Qusayr”
Esodo dei cristiani nell'Ovest della Siria: la popolazione cristiana ha lasciato la
cittadina di Qusayr, nei pressi di Homs, in seguito a un ultimatum lanciato dal capo
militare dell’opposizione armata, Abdel Salam Harba. E’ quanto riferiscono fonti locali
dell'agenzia Fides segnalando che, in seguito allo scoppiare del conflitto, dei diecimila
fedeli che abitavano la cittadina, ne erano rimasti solo mille, che ora sono stati
costretti a fuggire in fretta a furia. Alcune moschee della città hanno rilanciato
il messaggio, annunciando dai minareti: “I cristiani devono lasciare Qusayr entro
sei giorni, che scadono questo venerdì”. L’ultimatum, dunque, è scaduto ieri, 8 giugno,
e ha prodotto paura fra la popolazione cristiana che aveva ricominciato a sperare
dopo la presenza di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita che si era fermato a Qusayr
per una settimana, con l’idea di “pregare e digiunare per la pace, nel bel mezzo del
conflitto”. La ragioni di questo ultimatum restano oscure. Secondo alcuni, esso serve
a evitare ai fedeli nuove sofferenze; altre fonti rilevano “una continuità nelle discriminazioni
e nella repressione mirata”. Altri ancora sostengono che i cristiani hanno manifestato
apertamente la loro fedeltà allo Stato e per questo l’esercito dell’opposizione li
scaccia. Ora le famiglie cristiane di Qusayr hanno iniziato il loro esodo di sfollati
verso le valli e le campagne circostanti. Alcuni si sono rifugiati da parenti e amici
a Damasco. Alcune famiglie, pochissime, hanno voluto coraggiosamente restare nella
loro città natale, ma non si sa a quale sorte potranno andare incontro. Fonti di Fides
ribadiscono che gruppi di estremisti islamici salafiti, che sono nelle file dell’opposizione
armata, considerano i cristiani “infedeli”, ne confiscano i beni, compiono esecuzioni
sommarie e sono pronti ad avviare una “guerra confessionale”. (R.P.)