Massacri in Congo: la Chiesa di Bukavu denuncia l’indifferenza della missione Onu
È chiaro ed esplicito l’appello lanciato dalla Commissione diocesana Giustizia e Pace
dell’arcidiocesi di Bukavu, nella provincia del Sud-Kivu, in Congo: sale il numero
delle violenze e dei massacri nella zona. A compierli sono i ribelli delle Forze democratiche
per la liberazione del Rwanda (Fdlr), che dopo il genocidio del 1994 si sono rifugiati
nei territori nord del Congo. Assaltano i villaggi, stuprano, uccidono, appiccano
il fuoco e, in due mesi, circa 50 persone hanno perso la vita. “La popolazione di
Bunyakiri, nel territorio di Kalehe – afferma la denuncia inviata all’agenzia Misna
– recentemente vittima di gravi violenze, lancia un Sos alla comunità internazionale
che la lascia in balia delle feroci bande armate ruandesi che continuano a seminare
morte nei villaggi in tutta impunità. La Monusco – prosegue – non ha fatto niente
anche se i massacri si sono verificati a meno di 300 metri da un suo accampamento”.
La Monusco è la locale missione dell’Onu, il più costoso e consistente contingente
di peacekeeper al mondo, nei confronti della quale, insieme al governo, “la popolazione
prova paura ma soprattutto rabbia” per la loro incapacità di proteggere i civili.
Catherine Ashton, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, si
è detta seriamente preoccupata per la situazione nei Kivu. “È nell’interesse di tutti
– ha aggiunto – che Kinshasa ristabilisca la sua autorità su tutto il territorio”.
(A.C.)