La Cei sul piano famiglia del governo: un segno positivo, ma bisogna fare di più
Ieri, l’approvazione del piano famiglia da parte del governo italiano. "L'obiettivo
- ha spiegato l’esecutivo - è garantire centralità e cittadinanza sociale alla famiglia
attraverso una strategia di medio termine che supera la logica degli interventi disorganici
e frammentari avuti sino a oggi". Alessandro Guarasci ha sentito l’opinione
di donPaolo Gentili, direttore dell’ufficio per la pastorale della
famiglia della Cei:
R. – Questo
del governo è un segno fortemente positivo in questo momento, perché vuol dire portare
a termine tutto un lungo percorso – affrontato anche dai due governi precedenti –
ancora, però, inconcluso. C’è certamente bisogno di un passo in più, nel senso che
siamo ancora un po’ lontani dal vero e proprio “fattore-famiglia”, come proposto dal
Forum delle associazioni familiari, cioè dove la famiglia è un autentico fattore di
sviluppo e, quindi, viene considerata la vera risorsa della società.
D. – Nei
prossimi mesi, lei si attende anche un intervento del governo più fattivo, dal punto
di vista economico, per trovare maggiori risorse da dare alle famiglie?
R.
– Ci sono Paesi, in Europa, dove il terzo figlio diventa un fattore di benessere e
di ricchezza per gli altri componenti del nucleo familiare. Questo, purtroppo, ancora
non avviene in Italia. Lo stiamo aspettando, anche perché il decremento demografico
che stiamo vivendo sta facendo invecchiare in tutti i sensi la società e, di certo,
mostra un futuro particolarmente nebuloso. Investire sulla famiglia, quindi, vorrebbe
dire avere il vero futuro di speranza, quello che abbiamo vissuto e sperato insieme
a Milano.
D. – Un maggior impegno economico vuol dire anche dare un impulso
ad un maggior impegno culturale a favore della famiglia?
R. – Assolutamente
sì, perché significa riconoscere il principio presente nell'articolo 29 della Costituzione,
per cui la famiglia fondata sul matrimonio è il vero fattore di sviluppo. La cultura
si vive innanzitutto a partire proprio da quel legame familiare che diventa occasione
di sperimentare il dono di sé. E’ la mamma che si dona per il bambino, è il papà che
si dona per il proprio figlio e che, insieme, possono donarsi per il futuro della
società.