2012-06-08 12:10:55

La Cei sul piano famiglia del governo: un segno positivo, ma bisogna fare di più


Ieri, l’approvazione del piano famiglia da parte del governo italiano. "L'obiettivo - ha spiegato l’esecutivo - è garantire centralità e cittadinanza sociale alla famiglia attraverso una strategia di medio termine che supera la logica degli interventi disorganici e frammentari avuti sino a oggi". Alessandro Guarasci ha sentito l’opinione di don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio per la pastorale della famiglia della Cei:RealAudioMP3

R. – Questo del governo è un segno fortemente positivo in questo momento, perché vuol dire portare a termine tutto un lungo percorso – affrontato anche dai due governi precedenti – ancora, però, inconcluso. C’è certamente bisogno di un passo in più, nel senso che siamo ancora un po’ lontani dal vero e proprio “fattore-famiglia”, come proposto dal Forum delle associazioni familiari, cioè dove la famiglia è un autentico fattore di sviluppo e, quindi, viene considerata la vera risorsa della società.

D. – Nei prossimi mesi, lei si attende anche un intervento del governo più fattivo, dal punto di vista economico, per trovare maggiori risorse da dare alle famiglie?

R. – Ci sono Paesi, in Europa, dove il terzo figlio diventa un fattore di benessere e di ricchezza per gli altri componenti del nucleo familiare. Questo, purtroppo, ancora non avviene in Italia. Lo stiamo aspettando, anche perché il decremento demografico che stiamo vivendo sta facendo invecchiare in tutti i sensi la società e, di certo, mostra un futuro particolarmente nebuloso. Investire sulla famiglia, quindi, vorrebbe dire avere il vero futuro di speranza, quello che abbiamo vissuto e sperato insieme a Milano.

D. – Un maggior impegno economico vuol dire anche dare un impulso ad un maggior impegno culturale a favore della famiglia?

R. – Assolutamente sì, perché significa riconoscere il principio presente nell'articolo 29 della Costituzione, per cui la famiglia fondata sul matrimonio è il vero fattore di sviluppo. La cultura si vive innanzitutto a partire proprio da quel legame familiare che diventa occasione di sperimentare il dono di sé. E’ la mamma che si dona per il bambino, è il papà che si dona per il proprio figlio e che, insieme, possono donarsi per il futuro della società.







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