2012-06-07 18:00:23

Iran-Vaticano: un'antica tradizione di dialogo


Intervista con l’ambasciatore dell’Iran, il teologo Ali AkBar Naseri, al termine del suo servizio all'ambasciata iraniana presso la Santa Sede. Islam, cristianesimo ed ebraismo sono religioni monoteiste; l’islam e il cristianesimo sono le due religioni monoteiste con il maggior numero di seguaci al mondo. Noi abbiamo molti punti in comune in ambito culturale e religioso. Lo sviluppo della collaborazione tra queste due religioni crea un migliore riconoscimento reciproco: impariamo a conoscere la realtà dell’altro e questo porta ad una maggiore conoscenza reciproca ed una migliore collaborazione tra le due religioni. Il nostro libro, il Corano, promuove il dialogo tra le persone e le religioni. In particolare, sottolinea il dialogo con il cristianesimo. Sulla base di questo nostro credo religioso si sviluppa la politica della Repubblica islamica, e noi promuoviamo la collaborazione e il dialogo. La Repubblica islamica, per quanto riguarda il dialogo, ha una tradizione antica di dialogo con il Vaticano. L’anno scorso, a Teheran, si è svolto il settimo incontro interreligioso tra Iran e Vaticano, e quello che si svolgerà a novembre in Vaticano, sarà l’ottavo incontro tra le parti. Recentemente, c’è stato un convegno interreligioso in Iran al quale hanno partecipato anche rappresentanti vaticani. Durante questa mia missione ho cercato di incrementare la collaborazione tra questi due centri mondiali – da una parte l’islam sciita, e dall’altra il Vaticano, che è il centro della religione cattolica. Abbiamo avuto un incontro tra Roma e Qum; delegazioni dall’Iran sono venute in Vaticano e dal Vaticano si sono recate in Iran. Per esempio, la visita del cardinale Jean-Louis Tauran è stata una visita molto interessante. Noi promuoviamo sia il dialogo ufficiale – che è questo ottavo incontro che si svolgerà a Roma – ma anche altri tipi di incontri. Siamo interessati e promuoviamo la collaborazione tra questi due centri religiosi.

D. – Lei sta per concludere la sua missione come ambasciatore dell’Iran presso la Santa Sede: quali sono state le esperienze più importanti che lei ha vissuto qui, a Roma, e quali i contatti più interessanti con i rappresentanti della Santa Sede?

R. – (parole in persiano)
Ho buoni ricordi di questa missione. Ho avuto tanti incontri con le autorità della Santa Sede e ho partecipato a molti incontri, sia nelle università sia in altri luoghi di chiesa … Ho incontrato Papa Benedetto XVI sia quando sono arrivato, per consegnare le Lettere credenziali, sia recentemente, nel corso di un incontro molto interessante. Ho ricordi molto cordiali di Benedetto XVI. Ho incontrato molti presidenti di Pontifici Consigli, che ho ricevuto a cena con piacere nella mia residenza. Io penso che ci siano molti punti su cui Iran e Vaticano possano collaborare.

D. – Per esempio?

R. – (parole in persiano)
Per esempio, l’islam sciita crede nella collaborazione. In Libano, c’è collaborazione tra sciiti e cristiani. Anche l’Iran è un esempio del successo nella convivenza pacifica tra seguaci delle religioni, in particolare tra cristiani e musulmani. Durante la mia missione, ho cercato di promuovere la collaborazione tra l’Iran e la Santa Sede e siamo vicini anche su molti punti.

D. – Sono curioso di sapere, secondo il suo punto di vista, quali sono le aree dove ci possa essere maggiore collaborazione … Io prima ho menzionato, ad esempio, la questione dei simboli religiosi, che abbiamo molto a cuore entrambi …

R. – (parole in persiano)
Per noi, le chiese sono luoghi sacri. Io personalmente sono stato presente nelle chiese e in diverse occasioni ho anche preso la parola. In Iran ci sono chiese con la croce visibile, e i cristiani sono liberi di vivere il loro culto. In Iran, il Parlamento ha dichiarato che la chiesa, come la moschea, è un luogo di culto, un luogo sacro. Quindi, per quanto riguarda il pagamento delle bollette della luce e del gas, ad esempio, la chiesa non deve pagare tanto quanto la moschea. Le chiese sono esentate dal pagamento delle spese della luce, del gas e dell’acqua – che in Iran sono utenze costose – perché sono considerate luoghi sacri.

D. – Come possiamo promuovere una cultura di rispetto per i simboli religiosi?

R. – (parole in persiano)
Noi sappiamo che il cristianesimo è una religione abramitica; fin dall’epoca del profeta dell’Islam, i cristiani sono rispettati in territorio islamico e in Iran sono liberi, anche per quanto riguarda l’attività lavorativa. Molti loro clienti sono musulmani. Infatti, gli iraniani hanno rispetto per i cristiani che peraltro sono cittadini iraniani: hanno quindi diritto di cittadinanza. Noi vorremmo promuovere questo modello in altri Paesi, e siamo interessati alla collaborazione tra Iran e Santa Sede in quegli ambiti in cui il pensiero è comune. Noi crediamo nella dignità della persona, siamo contro la povertà, la guerra, contro l’ignoranza. In particolare, siamo contrari all’immoralità tra i giovani, e vediamo che purtroppo internet e i satelliti svolgono un ruolo negativo in questo campo. Noi crediamo che la società, e in particolare i giovani, debbano rispettare l’etica. Siamo contro la diffusione di sostanze stupefacenti tra i giovani e nella società in generale; auspichiamo giustizia e pace nel mondo, siamo contrari alle armi di distruzione di massa e contro le armi nucleari e siamo favorevoli al disarmo mondiale. Noi crediamo in questi aspetti e le nostre opinioni concordano con quelle del Vaticano e del Papa. Vorremmo che ci fosse collaborazione regionale e mondiale su questi punti: sul diritto di cittadinanza delle minoranze nei diversi Paesi. Noi crediamo che i centri di culto dei seguaci di altre religioni ed i loro simboli religiosi debbano essere rispettati e tutelati e a questi luoghi deve essere garantita la sicurezza.

D. – Alcuni di questi argomenti hanno fatto parte dell’incontro con Benedetto XVI?

R. – (parole in persiano)
Sì, alcuni di questi temi sono stati affrontati nel mio incontro con il Papa e con altre autorità del Vaticano. Il mio è un grande Paese del Medio Oriente, con 80 milioni di abitanti; siamo un Paese religioso e rivoluzionario. Ricopriamo un posto importante tra i Paesi della regione, nel mondo islamico, in America Latina, in Africa e nell’Asia orientale. La collaborazione tra Iran e Vaticano sicuramente è un contributo alla pace nel mondo. Nel mio nuovo ruolo in Parlamento seguo questo tema dei rapporti tra Iran e il Vaticano, tra Iran e l’Italia ma anche con altri Paesi.

D. – Un’ultima domanda: perché pensa che internet sia negativo per i giovani?

R. – (parole in persiano)
Vede, internet ed anche i satelliti sono strumenti buoni se vengono utilizzati nella giusta maniera. Ma spesso vengono usati in modo scorretto: si inseriscono immagini che sono contrarie alla morale. Questo influisce negativamente sui giovani. Il cinema, il satellite, internet, devono essere a disposizione della scienza, devono rispettare canoni etici e i giovani. Ma purtroppo, alcuni per loro interesse – anche politico – utilizzano questi strumenti, che di per sé sono utili, in maniera sbagliata. Noi dobbiamo impedire questo, affinché vengano utilizzati in maniera giusta. Ho incontrato il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, mons. Celli, e gli ho detto che per il bene dei giovani bisogna oscurare gli aspetti negativi di questi strumenti. Lui era dispiaciuto del fatto che questi strumenti siano usati in maniera sbagliata. Siamo anche contrari alla strumentalizzazione delle donne: vediamo quelle grandi immagini delle donne, in strada: dovrebbero avere il ruolo di madre, di educare i figli; invece, la loro immagine viene sfruttata in modo immorale e questo è offesa alla dignità delle donne. (a cura di Sean Patrick Lovett)








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