Corpus Domini. Messa del Papa a San Giovanni in Laterano e processione a Santa Maria
Maggiore
“I credenti sappiano riconoscere nell'Eucaristia la presenza vivente del Risorto,
che li accompagna nella vita quotidiana”. Recita così l’intenzione di preghiera generale
di Benedetto XVI per il mese di giugno. La frase rimanda alla solennità del Corpus
Domini, che il Papa celebrerà questa sera, alle 19, presiedendo la Messa sul sagrato
della Basilica di San Giovanni in Laterano. In questo servizio, Alessandro De Carolis
ricorda alcune riflessioni del Pontefice sull’importanza dell’Eucaristia nella
quotidianità di un cristiano:
Gesù ci chiede
di entrare nel nostro cuore “non soltanto per lo spazio di un giorno, ma per sempre”.
E l’anima di un cristiano ha l’“udito interiore” in grado di percepire il suo bussare,
rispettoso, che chiede spazio con una delicatezza spesso destinata a non essere nemmeno
intesa per la disabitudine a fare silenzio dentro. Eppure, non c’è quasi angolo di
mondo privo di quel tipo di silenzio. Dovunque vi sia la porta di una chiesa, e quella
più piccola di un tabernacolo:
"L’Eucaristia è il Sacramento del Dio che
non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione
(...) Dio ci ha creati liberi, ma non ci ha lasciati soli: si è fatto Lui stesso 'via'
ed è venuto a camminare insieme con noi, perché la nostra libertà abbia anche il criterio
per discernere la strada giusta e percorrerla". (Omelia del Corpus Domini, 8 giugno
2007)
Essere liberi di inginocchiarsi davanti al Dio fatto pane vuol dire
– affermò qualche tempo fa Benedetto XVI – non doversi inginocchiare davanti a nessuna
potenza terrena. È questa la strada della Chiesa da quel primo pane spezzato nel Cenacolo.
Un corpo libero di dividere l’ostia in mezzo agli uomini e alle donne di ogni epoca:
“Per
ogni generazione cristiana l’Eucaristia è l’indispensabile nutrimento che la sostiene
mentre attraversa il deserto di questo mondo, inaridito da sistemi ideologici ed economici
che non promuovono la vita, ma piuttosto la mortificano; un mondo dove domina la logica
del potere e dell’avere piuttosto che quella del servizio e dell’amore; un mondo dove
non di rado trionfa la cultura della violenza e della morte”. (Omelia del Corpus Domini,
23 maggio 2008)
Dunque, non solo “un mistero di intimità”, come ebbe a
dire il Papa, ma un dono per tutti, “pubblico” nel senso più alto e sacro della parola.
Come le migliaia di processioni del Corpus Domini oggi rendono evidente per le strade
del pianeta, e come Benedetto XVI farà percorrendo la strada che da San Giovanni arriva
a Santa Maria Maggiore:
“In questo sacramento il Signore è sempre in cammino
verso il mondo e questo aspetto universale della presenza eucaristica appare nella
processione della nostra festa: noi portiamo Cristo, presente nella figura del pane,
sulle strade della nostra città. Noi affidiamo queste strade, queste case, la nostra
vita quotidiana alla sua bontà”. (Omelia del Corpus Domini, 27 maggio 2005)