Afghanistan. Karzai: "ingiustificabile" il bombardamento Isaf a Logar
Un atto “ingiustificabile”. Così il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, ha
criticato il bombardamento della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza
(Isaf) nel distretto centrale di Logar, che nella notte tra martedì e mercoledì scorsi
ha ucciso per errore almeno 18 civili, tra cui sette bambini. L’Isaf ha aperto un’inchiesta.
Sul terreno intanto proseguono gli attentati dei talebani: gli ultimi nella provincia
meridionale di Kandahar. Oggi, a Kabul, è arrivato il segretario alla Difesa Usa,
Leon Panetta, che ha puntato il dito contro il Pakistan. "E' difficile creare un Afghanistan
sicuro - ha detto - finché il Pakistan resterà un rifugio per i terroristi". Ma che
percezione c’è oggi tra la popolazione afghana dell’Isaf, a oltre 10 anni dall’inizio
della missione e alla vigilia del ritiro internazionale nel 2014? Giada Aquilino
lo ha chiesto a Francesca Maria Corrao, docente di Lingua e cultura araba all’Università
Luiss di Roma:
R. - Purtroppo,
la situazione è drammatica. C'è da dire che questi errori noi in pratica li "amplifichiamo"
nelle notizie qui in Occidente. In realtà poi c'è da aggiungere la difficoltà di gestire
la ricostruzione e la pacificazione del Paese sul territorio: è un lavoro a cui poca
o non sufficiente attenzione è stata data; ancora di più si dovrebbe fare a fronte
dell’investimento invece che i talebani hanno nella zona. Bisognerebbe lavorare molto
di più con la società civile in senso di sostegno e appoggi.
D. - Proseguono
anche gli attentati dei talebani. Di fatto, sul terreno la situazione qual è?
R.
- La situazione è gravissima, perché loro sono molto meglio attrezzati e più determinati
a guadagnare terreno di quanto invece la parte interessata a difendere i diritti e
un più sereno sviluppo armonioso del Paese vorrebbe. Poi, sugli elementi locali interferiscono
le questioni esterne, per interessi diversi, rendendo la situazione estremamente delicata.
Teniamo conto, per esempio, che il Pakistan è un Paese dotato di armi nucleari. Quindi,
mantenere incandescente quell’area non fa bene a tutta la regione.
D. - Karzai
ha criticato l’azione dell’Isaf a Logar. Di fatto, però poi ,con gli Stati Uniti,
per esempio, sono stati siglati accordi di collaborazione che proseguiranno anche
dopo il ritiro dell’Isaf dall’Afghanistan…
R. - Sì, certamente. Il problema
è andare a vedere i termini degli accordi, gli obiettivi che si vogliono raggiungere
e le capacità che le forze locali possono implementare rispetto a quelle dei talebani.
Ciò che servirebbe è maggiore chiarezza e maggiore impegno anche in sede internazionale,
come per esempio all'Onu.
D. - Ma il futuro dell’Afghanistan per dove passa,
a questo punto?
R. - Come sempre, per le concertazioni internazionali. Il problema
è qual è l’obiettivo: se è un obiettivo di pace e di crescita dell’umanità, o è la
distruzione attraverso la proliferazione delle armi.