Udienza generale. Il Papa ricorda Milano: la causa della famiglia è la causa della
civiltà
“La causa della famiglia è la causa dell’uomo stesso e della civiltà”. Reduce dai
giorni del settimo Incontro mondiale delle famiglie, Benedetto XVI ha terminato con
questa affermazione l’udienza generale di ieri mattina in Piazza San Pietro, dove
ha ricordato le esperienze vissute lo scorso fine settimana nel capoluogo lombardo.
Alla fine dell’udienza, il Papa ha ricordato la Messa solenne che questa sera presiederà
in Vaticano per la festa del Corpus Domini. Il servizio di Alessandro De
Carolis:
Grazie per
avermi fatto vivere un momento “con le famiglie e per le famiglie”.
Benedetto XVI comincia così, davanti alla folla dell’udienza generale, il tradizionale
riepilogo dei ricordi e dei sentimenti. Poco più di 48 ore, ha detto, non hanno certo
dissipato l’onda del “grande calore” che lo ha investito mettendo piede a Milano,
le “strade gremite di gente”, le tante dimostrazioni di “sincera disponibilità ad
accogliere e a testimoniare il ‘Vangelo della famiglia’”:
“Sì, perché non
c’è futuro dell’umanità senza la famiglia; in particolare i giovani, per apprendere
i valori che danno senso all’esistenza, hanno bisogno di nascere e di crescere in
quella comunità di vita e di amore che Dio stesso ha voluto per l’uomo e per la donna”.
Echi
di quanto affermato nelle varie tappe della visita sono risuonati nelle considerazioni
offerte dal Papa alla catechesi. Specie la vicinanza alle famiglie in difficoltà –
per la crisi economica, per il terremoto – immagini queste di filo rosso solidale
tornato più volte durante gli eventi, dall’arrivo in Piazza Duomo, al concerto alla
Scala, alla Messa al Parco di Bresso, definita una “grande cattedrale a cielo aperto”.
Benedetto XVI ha ripetuto che “in Gesù di Nazareth Dio si fa vicino e porta la nostra
sofferenza”. Così come è in famiglia, ha notato…
“…che si sperimenta per
la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa,
ma in relazione con gli altri; ed è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore
la luce della pace perché illumini questo nostro mondo”.
Poi, Benedetto
XVI ha rivisitato la tematica dell’Incontro mondiale, con la famiglia, il lavoro e
la festa visti come termini di un’equazione dal risultato non sempre felice. A causa,
ha affermato il Pontefice, di una “prepotenza degli impegni lavorativi” che oggi minaccia
gli equilibri familiari e che richiede, da chi scrive le leggi a chi le applica, grande
attenzione:
“La legislazione e l’opera delle istituzioni statali siano a
servizio e a tutela della persona nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto
alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione, e dal
riconoscimento dell’identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio tra un
uomo e una donna”.
Sull’altro versante, ha proseguito, la festa – e, particolarmente
per i cristiani, la celebrazione della festa – deve essere salvaguardata da quella
deriva “commerciale” stigmatizzata a Milano:
“La domenica è il giorno del
Signore e dell’uomo, un giorno in cui tutti devono poter essere liberi, liberi per
la famiglia e liberi per Dio. Difendendo la domenica, si difende la libertà dell’uomo”.
E
concludendo con l’immagine del milione e più di persone transitate nei giorni del
raduno delle famiglie, Benedetto XVI ha affermato – ringraziando per questo l’arcidiocesi
ambrosiana e le autorità locali e nazionali – che nel capoluogo lombardo si è assistito
a “un’eloquente ‘epifania’ della famiglia”:
“Da Milano è stato lanciato
a tutto il mondo un messaggio di speranza, sostanziato di esperienze vissute: è possibile
e gioioso, anche se impegnativo, vivere l’amore fedele, ‘per sempre’, aperto alla
vita; è possibile partecipare come famiglie alla missione della Chiesa ed alla costruzione
della società”.
Al momento dei saluti conclusivi, il Papa ha ricordato
la festa del Corpus Domini, che oggi alle 19.00 lo vedrà presiedere una Messa
solenne sul Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano.