Forum cattolico ortodosso: l’economia senza Dio e la logica cieca del consumismo
“Siamo di fronte all’alternativa: o pensare l’economia e la finanza come luoghi senza
spazio per Dio e quindi ultimamente non umani, o concepirle come occasioni di vivere
la verità del Vangelo che anima la società”. Cosi mons. Paolo Pezzi, arcivescovo dell’arcidiocesi
della Madre di Dio di Mosca, a margine dell’incontro cattolico-ortodosso – di cui
riferisce l’agenzia Sir Europa - in svolgimento a Lisbona, sul tema della crisi economica
e della povertà in Europa. “Laddove manca un riferimento alla verità del Dio amore,
l’altro - sia esso uomo o popolo - viene facilmente ridotto a entità economica interessante
solo in quanto rispondente alla logica utilitaristica di domanda e offerta del mercato”,
ha osservato mons. Pezzi, aggiungendo che “i drammatici tassi di disoccupazione di
molti Paesi europei, le enormi difficoltà di molti giovani lasciati soli a fondare
una famiglia dalle politiche statali e oppressi dalle dinamiche lavorative sono i
segni di una crisi che è innanzitutto spirituale e poi economica e finanziaria”. Per
cui - ha aggiunto il presule - l’interiorità stessa delle persone è ferita e indebolita”.
“All’impoverimento della spiritualità - non si può che rispondere con un rinnovato
invito alla povertà di spirito”, prosegito l’arcivescovo Pezzi. “Povertà di spirito
– ha spiegato - significa uscire dalla pretesa di autosufficienza per aprirsi a Cristo,
l’unico che può veramente salvarci e compiere la nostra vita”. E’ Cristo – ha ricordato
mons. Pezzi - che può liberare l’uomo dalla solitudine. “La solitudine infatti è la
prima forma di povertà: povero è l’uomo senza Dio, povero è l’uomo senza famiglia,
senza amici, senza comunità. Anche le forme di povertà materiale derivano ultimamente
dall’isolamento, dal non essere amati, dall’incapacità di amare e quindi condividere
ciò che abbiamo”. “Da ciò nasce uno sguardo nuovo sugli altri e un nuovo stile di
vita”. Ai cristiani spetta quindi oggi il compito – ha ammonito l’arcivescovo Pezzi
- di “adoperarsi, come diceva Giovanni Paolo II, di “costruire stili di vita nei quali
la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per
una crescita comune siano gli elementi che determinano la scelte dei consumi, dei
risparmi e degli investimenti. A questo siamo chiamati ad educare gli uomini in questo
tempo di crisi umana ed economica”. “Il contributo comune che la nostra fede può dare
- ha concluso l’arcivescovo di Mosca - è allora questo sguardo amante del vero e operante
nella carità, faro di speranza e promozione umana per tutti i popoli”. (R.G.)