2012-06-05 14:06:18

Uganda: le Chiese favorevoli ai contributi statali per gli enti religiosi di utilità sociale


Il Consiglio delle Chiese cristiane dell’Uganda (Ujcc), che riunisce cattolici, anglicani e ortodossi, saluta con favore la proposta avanzata dal Governo di stanziare contributi pubblici a favore delle opere di utilità sociale delle Chiese, in particolare nel campo dell’istruzione e in quello socio-sanitario. Il progetto è stato annunciato dal deputato del National Resistance Movement David Bahati durante i lavori dell’Assemblea generale dell’organismo, riunito nei giorni scorsi a Kampala. Secondo la Ujcc si tratterebbe di un atto dovuto, considerato che gli enti religiosi spesso suppliscono alle carenze dello Stato e sarebbe un significativo contributo alla lotta alla povertà e al miglioramento degli standard di vita della popolazione ugandese. In questo senso si è espresso il presidente, l’arcivescovo anglicano Henry Luke Orombi, citato dal quotidiano ugandese “New Vision”. I sussidi statali – ha affermato - avrebbero come primo effetto positivo quello di permettere una riduzione delle rette e dei contributi a carico dei beneficiari dei servizi educativi e socio-sanitari forniti dalle strutture religiose, che sono attualmente gravate anche dalle imposte. Durante i lavori l’assemblea del Ujcc ha affrontato anche altri temi di attualità, tra i quali la modifica dell’attuale assetto istituzionale dello Stato; la legislazione sull’omosessualità e l’emergenza della cosiddetta della Nodding Desease, malattia tuttora incurabile che sta facendo strage di bambini in Nord Uganda. Sul primo punto, nella dichiarazione conclusiva, Ujcc ha chiesto un ridimensionamento degli attuali poteri del Presidente della Repubblica che i leader cristiani considerano eccessivi. Le Chiese cristiane ugandesi chiedono inoltre la rapida approvazione della Anti-Homosexuality Bill per impedire la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso che – affermano - minerebbero il tessuto sociale della società ugandese. Il progetto di legge ha aperto un vivace dibattito nel Paese, perché nella sua formulazione originaria prevedeva l’arresto e la pena di morte per gli omosessuali, misura considerata decisamente eccessiva e disumana dai vescovi cattolici ugandesi e dalle altre Chiese cristiane che sostengono comunque il rispetto della dignità umana delle persone omosessuali. (L.Z.)







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