Uganda: le Chiese favorevoli ai contributi statali per gli enti religiosi di utilità
sociale
Il Consiglio delle Chiese cristiane dell’Uganda (Ujcc), che riunisce cattolici, anglicani
e ortodossi, saluta con favore la proposta avanzata dal Governo di stanziare contributi
pubblici a favore delle opere di utilità sociale delle Chiese, in particolare nel
campo dell’istruzione e in quello socio-sanitario. Il progetto è stato annunciato
dal deputato del National Resistance Movement David Bahati durante i lavori dell’Assemblea
generale dell’organismo, riunito nei giorni scorsi a Kampala. Secondo la Ujcc si
tratterebbe di un atto dovuto, considerato che gli enti religiosi spesso suppliscono
alle carenze dello Stato e sarebbe un significativo contributo alla lotta alla povertà
e al miglioramento degli standard di vita della popolazione ugandese. In questo senso
si è espresso il presidente, l’arcivescovo anglicano Henry Luke Orombi, citato dal
quotidiano ugandese “New Vision”. I sussidi statali – ha affermato - avrebbero come
primo effetto positivo quello di permettere una riduzione delle rette e dei contributi
a carico dei beneficiari dei servizi educativi e socio-sanitari forniti dalle strutture
religiose, che sono attualmente gravate anche dalle imposte. Durante i lavori l’assemblea
del Ujcc ha affrontato anche altri temi di attualità, tra i quali la modifica dell’attuale
assetto istituzionale dello Stato; la legislazione sull’omosessualità e l’emergenza
della cosiddetta della Nodding Desease, malattia tuttora incurabile che sta facendo
strage di bambini in Nord Uganda. Sul primo punto, nella dichiarazione conclusiva,
Ujcc ha chiesto un ridimensionamento degli attuali poteri del Presidente della Repubblica
che i leader cristiani considerano eccessivi. Le Chiese cristiane ugandesi chiedono
inoltre la rapida approvazione della Anti-Homosexuality Bill per impedire la legalizzazione
dei matrimoni tra persone dello stesso sesso che – affermano - minerebbero il tessuto
sociale della società ugandese. Il progetto di legge ha aperto un vivace dibattito
nel Paese, perché nella sua formulazione originaria prevedeva l’arresto e la pena
di morte per gli omosessuali, misura considerata decisamente eccessiva e disumana
dai vescovi cattolici ugandesi e dalle altre Chiese cristiane che sostengono comunque
il rispetto della dignità umana delle persone omosessuali. (L.Z.)