Thailandia: migliaia di bambini venduti e costretti a mendicare
In tutta la Thailandia sono migliaia i bambini dati in “affitto” per pochi soldi dalle
famiglie più indigenti ai trafficanti che li obbligano a chiedere l’elemosina e a
vendere fiori per le strade. Secondo l’Ong thailandese Stop Child Begging, che si
occupa del traffico di minori, la maggior parte non sono thailandesi ma birmani e
cambogiani. Il fenomeno è allarmante soprattutto nella capitale, visto che le autorità
non lo considerano un problema che riguarda il futuro dei loro bambini e della loro
società. Secondo quanto riferisce l'agenzia Fides, questi minori sono considerati
semplicemente accattoni, mentre ci sono anche ragazzini e ragazzine costretti a prostituirsi
o che diventano essi stessi trafficanti. L’agenzia delle Nazioni Unite, United Nations
Inter-Agency Project on Human Trafficking (Uniap), ha dichiarato che non si sa esattamente
quanti siano i bambini coinvolti ma che il problema è rilevante. Secondo la responsabile
dell’Uniap per il sudest asiatico, i bambini vengono dati in affitto o venduti dagli
stessi familiari o tutori e poi controllati affinché portino denaro. Inoltre spesso,
con o senza il loro permesso, diventano vittime della tratta che altro non è che il
reclutamento con l’unico scopo dello sfruttamento. La tariffa più comune per un piccolo
è di $25 al mese. Secondo il Dipartimento di Stato americano, la Thailandia rimane
fonte, destinazione, e Paese di transito per la tratta di esseri umani, uomini, donne
e bambini. La maggior parte delle vittime identificate provengono da Paesi vicini
come Myanmar, Cambogia e Laos. (M.G.)