Siria: i ribelli per la "guerra totale". Assad espelle alcuni ambasciatori
I ribelli siriani non rispetteranno più il cessate il fuoco in vigore dal 12 aprile
e lanciano un appello a tutti i Paesi islamici sunniti chiedendo di finanziare con
ogni mezzo la "guerra santa" contro il regime di Bashar al-Assad. Intanto, il governo
siriano espelle gli ambasciatori di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Turchia.
Per i leader del Free Syrian Army - riferisce l'agenzia AsiaNews - il piano in sei
punti proposto da Kofi Annan è "nato morto". Esso non è mai stato rispettato dal regime,
che sarebbe il principale imputato per la strage di Houla dove sono stati uccise 108
persone fra cui 49 bambini. Negli ultimi due giorni oltre 80 fra soldati e funzionari
del regime sono morti in scontri a fuoco con le milizie ribelli. In risposta agli
attacchi l'esercito siriano ha lanciato una offensiva con carri armati e armi pesanti
nelle province di Hama e Idlib, dove oggi sono morti quattro civili. Oggi, il generale
ribelle Mustafa al - Sheikh ha annunciato la creazione della Military Coalition For
Syrian Revolutionaries Front, nuovo fronte armato della guerra contro Assad che riunirà
tutte le milizie di opposizione in un unico esercito. Lo scopo è armare "tutti i combattenti
islamici", creando un corridoio sui confini con Turchia e Iraq dove far passare armi
e denaro. Tale strategia è in atto da mesi e vede fra i principali finanziatori dei
ribelli Arabia Saudita e Qatar, ma è finora è sempre stata negata da entrambi i Paesi
del Golfo e dagli stessi ribelli. Ieri, il Syrian National Council (Snc), gruppo politico
che rappresenta parte dei ribelli siriani, si è dissociata dalla coalizione militare,
sottolineando che l'unica strada percorribile è il piano di pace proposto da Lega
Araba e Nazioni Unite. Ahmad Fawzi, portavoce del Snc accusa i Paesi occidentali e
i media di aver decretato morto il piano di Kogi Annan già prima della sua applicazione.
"In molti mi chiedono se anche secondo me il piano di pace in sei punti è superato,
se è alla fine, se è morto. Senza avere una risposta vera tutti hanno già scritto
il suo necrologio. Ma esso è per il momento l'unica opzione che consente di affrontare
il conflitto in modo pacifico". Nonostante le pressioni per un intervento armato e
per nuove sanzioni contro il regime, ieri Ban ki- Moon, segretario generale dell'Onu,
ha confermato che il piano di Annan è ancora uno degli strumenti fondamentali con
cui affrontare la questione siriana. Egli ha escluso l'ipotesi di un intervento militare
nel breve periodo. Oggi, in occasione della visita di Vladimir Putin a Pechino, Russia
e Cina hanno di nuovo ribadito il loro "no" a qualsiasi tentativo di rovesciare il
regime degli Assad con le armi. Oggi, il ministero degli Esteri siriani governo dichiarato
"persone non gradite", 17 diplomatici fra cui gli ambasciatori di Stati Uniti, Gran
Bretagna, Francia e Turchia. "La scorsa settimana - afferma il comunicato - alcuni
Paesi hanno chiesto ai nostri diplomatici di lasciare i Paesi ospiti, ora anche la
Siria considera il personale di questi Paesi persone non gradite". (R.P.)