Rapporto della Corte dei Conti: l'eccessiva pressione fiscale frena la crescita
Troppe tasse provocano ''impulsi recessivi'' sull'economia reale con ''rischio di
avvitamento''. E' quanto ha affermato il presidente di coordinamento delle sezioni
riunite della Corte dei Conti, Luigi Mazzillo, presentando stamani a Roma il Rapporto
2012 sul coordinamento della Finanza pubblica. Particolare attenzione, inoltre, va
posta al settore sanitario oggetto, spesso, di cattiva gestione. Adriana Masotti
I margini
per riequilibrare il ''sistema di prelievo'' fiscale cercando di conciliare ''rigore,
equità e crescita'' sono esauriti e per questo ''si rafforzano le ragioni per puntare''
sull'ampliamento della base imponibile attraverso ''la lotta all'evasione, all'elusione
e al ridimensionamento dell'erosione''. Ad affermarlo è il presidente delle sezioni
riunite della Corte dei Conti, Luigi Mazzillo, presentando il rapporto sul coordinamento
della finanza pubblica. Il 2011, osserva Mazzillo, "ci ha consegnato la realtà di
un sistema impositivo ancora distante dal modello europeo: l'elevata pressione fiscale,
sottolinea, rischia di generare "impulsi recessivi" sull'economia reale provocando
"il pericolo di un avvitamento deve essere attentamente monitorato, disinnescando
il circolo vizioso in cui si potrebbe rimanere intrappolati". Servono, secondo le
indicazioni della Corte dei conti, circa 47 miliardi di euro di sgravi fiscali per
riportare il prelievo sui redditi alla media europea. D'altra parte ammonta a oltre
138 miliardi di euro la perdita per lo Stato dovuta all'evasione dell'Iva e dell'Irap
nel triennio 2007-2009. Per quanto riguarda la spesa pubblica, nel settore sanitario,
afferma Mazzillo, si registrano "frequenti episodi di corruzione a danno della collettività",
insieme a “fenomeni di inappropriatezza organizzativa e gestionale che opportunamente
ne fanno un ricorrente oggetto di attenzione ai fini dei programmi di tagli di spesa.
Riprendere "con maggiore continuità e convinzione il processo volto a realizzare un
abbattimento significativo del debito, attraverso la dismissione di quote importanti
del patrimonio mobiliare e immobiliare in mano pubblica", è la via indicata dal presidente
della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, che nel suo intervento riconosce: è necessaria
"una consistente riduzione della spesa corrente" e va "in questa direzione la decisa
accelerazione del governo verso il rafforzamento dei meccanismi di razionalizzazione
e controllo quantitativo e qualitativo della spesa pubblica. La Corte dei Conti esce
rafforzata, nei suoi compiti e nelle sue prerogative, dall'introduzione del pareggio
di bilancio in Costituzione, ha sottolineato il presidente della Camera, Gianfranco
Fini, intervenendo alla presentazione.