Nigeria: i Boko Haram rivendicano l'attentato alla chiesa di Bauchi. Sciagura aerea
di Lagos: motori in panne
Dopo i sospetti, la certezza. Il gruppo terrorista islamico Boko Haram ha infatti
rivendicato l'attentato suicida di domenica contro una chiesa a Bauchi, nel nord-est
della Nigeria, con un bilancio di almeno 15 morti. Procedono intanto anche le indagini
sul disastro aereo di Lagos che – nello stesso giorno – ha causato oltre 150 vittime.
Il dolore della Chiesa locale. Il servizio di Giada Aquilino:
Un comunicato
trasmesso via mail, minacce di nuovi attentati e azioni anche contro la stampa. Tornano
gli estremisti Boko Haram e rivendicano l’attacco suicida di domenica alla chiesa
del quartiere di Yelwa, a Bauchi, quando un kamikaze si è fatto esplodere a pochi
metri dal luogo di culto, tentando di sfondare il cordone di sicurezza, rafforzato
dopo le ultime azioni nella zona, a maggioranza cristiana. Una ‘domenica nera’ per
la Nigeria, anche per la sciagura aerea di Lagos, costata la vita a 153 persone che
erano a bordo del velivolo partito da Abuja e precipitato su un complesso residenziale
del principale polo economico e commerciale del Paese africano. Dalle prime indagini
risulta che, prima dello schianto, entrambi i motori erano in panne. Ieri, nel primo
dei tre giorni di lutto nazionale, il presidente Goodluck Jonathan ha promesso iniziative
per aumentare la sicurezza del trasporto aereo. Poco prima aveva incontrato i vescovi
nigeriani, “sconvolti e scioccati - hanno fatto sapere tramite l’agenzia Fides - dalle
due tragedie che hanno colpito il Paese”.
“Pregate per la Chiesa, la Nigeria
è terra di martirio”. Così, intanto, dopo il nuovo attentato a Bauchi, una religiosa
raggiunta telefonicamente nel Paese africano, alla quale per motivi di sicurezza garantiamo
l’anonimato. L’intervista è di Massimiliano Menichetti:
R.
- C’è paura nei cristiani. Ci sono tensioni e bisogna stare sempre allerta, perché
anche adesso sembrava essere tutto calmo e, invece, ieri si è scatenato questo nuovo
attacco a Bauchi. Nel momento in cui pensi che tutto sia tranquillo, già sta covando
qualche altra esplosione… Siamo nelle mani di Dio.
D. - La popolazione è preoccupata?
R.
- Certo. E' preoccupata, ma non si dà per vinta. L’intento dei terroristi è distruggere
la presenza dei cristiani, il più possibile… E’ necessario incoraggiare quindi i fedeli
a non aver paura.
D. - Perché chi vuole colpire, vuole scoraggiare anche ad
andare in Chiesa?
R. - Certo, il punto è proprio questo: vogliono far diventare
islamico il Paese, la Nigeria. E questo può avvenire soltanto se in Nigeria non esisterà
più un cristiano, ma questo non è possibile, perché la Chiesa è combattuta, ma non
sarà demolita!
D. - Mi diceva che dopo l’attentato a Kano, alcuni sono andati
per togliere i Crocifissi dalle scuole?
R. - Sì, sono andati a togliere il
Crocifisso nella scuola cattolica. Subito dopo l’ultima bomba nella scuola, in cui
sono morti professori e studenti, sono andati dalle suore che hanno l’istituto da
tanti anni, con studenti sia musulmani sia cristiani: gli studenti musulmani si sono
ritirati e poi hanno minacciato di togliere i Crocifissi, ma ancora non ci sono riusciti.
Stanno lottando….
D. - Voi che cosa state facendo per contrastare questa terribile
ondata di terrorismo?
R. - La nostra arma è la preghiera. Non possiamo fare
altro se non incoraggiare la gente a non aver paura, perché fin dall’inizio della
storia, nel cristianesimo ci sono stati i martiri e la Chiesa è sempre stata combattuta
e questo continuerà ad essere. Non bisogna quindi aver paura, mettiamoci nelle mani
di Dio.
D. - Vuole lanciare un appello?
R. - Tante volte noi pensiamo
di fare qualcosa, umanamente, ma senza Dio non si può fare niente! Questo è il mio
appello: pregare molto e essere vicini alla Chiesa; pregare e tener duro!