Messa di mons. Mamberti per i 20 anni di relazioni tra Slovenia e Santa Sede
“Ogni costruzione - sia quella fatta dai singoli, sia quella realizzata da una comunità
piccola, grande o addirittura da una nazione intera - crollerà se non poggiata su
Cristo e sui valori perenni che Egli ci insegna”: è un passaggio dell’omelia pronunciata,
ieri, da mons. Dominique Mamberti, nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore,
in occasione del 20.mo dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra Slovenia
e Santa Sede. “Un cristiano – ha aggiunto il segretario vaticano per i rapporti con
gli Stati – pur essendo immerso nei compiti e nelle preoccupazioni di questo tempo,
dovrebbe attingere in Dio, tramite la preghiera e i sacramenti, le energie necessarie
per santificare non solo se stesso, ma anche ogni realtà in cui si trova”.
Il
presule ha così ricordato la figura del vescovo Slomšek, primo sloveno ufficialmente
proclamato dalla Chiesa come beato. “Certamente – ha detto mons. Mamberti – nella
multisecolare storia della nazione non sono mancati tanti santi, nel secolo passato
anche tanti martiri, che con la loro vita e con il loro sacrificio hanno incarnato
il messaggio evangelico nella vostra terra e continuano a intercedere dal cielo”.
Ma, ha proseguito, “la santificazione delle realtà attuali e la promozione dei valori”
tocca ai cristiani di oggi, “sia come singoli, sia uniti nelle varie comunità”. Questo,
ha affermato, “vale anche per i cristiani in Slovenia”. Tocca dunque “ai membri della
Chiesa cattolica nel vostro Paese continuare a vivere e diffondere il messaggio evangelico,
contribuendo al contempo alla conservazione e alla promozione della lingua e della
cultura slovena”. La Chiesa cattolica, ha concluso, “in unione con la Sede Apostolica,
desidera anche oggi e nel futuro portare il suo specifico contributo per tutta la
società slovena”.