Il cardinale Bertone: non bastano alcuni documenti per conoscere la verità, Papa non
intimorito da attacchi
La Chiesa è una casa luminosa nonostante tutti i difetti delle persone: è quanto ha
affermato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone in una intervista
rilasciata al Tg1 per un bilancio dell'Incontro mondiale delle famiglie a Milano e
un commento sulle ultime vicende vaticane. Sulla diffusione di documenti riservati
ecco quanto ha detto il porporato:
R. - Non basta
venire a conoscenza di alcuni documenti e pubblicare documenti parziali per conoscere
la piena verità sui fatti. Spesso avviene proprio questo: che le chiarificazioni sono
frutto di un lavoro di dialogo, di rapporti personali ed anche di conversione del
cuore, che non risultano semplicemente dalle carte o dalla burocrazia. Le carte sono
importanti, ma i rapporti personali lo sono molto di più. Ciò che c’è di più triste
in questi eventi ed in questi fatti è la violazione della privacy del Santo Padre
e dei suoi più stretti collaboratori. Vorrei però dire che questi non sono stati e
non sono giorni di divisione ma di unità, e vorrei anche aggiungere che sono anzitutto
giorni di forza nella fede, di ferma serenità anche nelle decisioni. E’ il momento
della coesione di tutti coloro che vogliono servire veramente la Chiesa.
D.
– Un’ultima domanda, che è quella che tutti vorrebbero farle. Il Santo Padre come
ha vissuto queste vicende? Si può pensare, come ha scritto qualcuno, che ci siano
delle illazioni strumentali per arrivare persino ad attaccare la Chiesa ed il Papa?
R.
– Gli attacchi strumentali ci sono sempre stati, in tutti i tempi: li ricordo anche
per quanto riguarda la mia esperienza di Chiesa, ad esempio ai tempi di Paolo VI,
che non sono poi così lontani. Questa volta, però, sembra siano attacchi più mirati,
a volte anche feroci, dilanianti ed organizzati. Vorrei sottolineare il fatto che
Benedetto XVI, come tutti sanno, è un uomo mite, di grande fede e di grande preghiera.
Non si lascia certo intimorire dagli attacchi, di qualsiasi genere, ed anche dalle
dure incrostazioni dei pregiudizi. Chi gli è vicino e lavora al suo fianco è sostenuto
da questa grande forza morale del Papa. Benedetto XVI, come ho già detto in altre
occasioni, è un uomo che ascolta tutti, è un uomo che va avanti fedele alla missione
che ha ricevuto da Cristo, e sente il grande affetto della gente. Specialmente in
questi giorni, ha sentito un affetto plenario della gente che gli sta vicino, dei
giovani e delle famiglie con i bambini che applaudivano freneticamente il Papa. Mi
sembra che il viaggio a Milano gli abbia dato ulteriore forza. Inoltre, voglio sottolineare
una parola che ha ripetuto tante volte, anche proprio prima di partire dal cortile
dell’arcivescovado di Milano: è la parola ‘coraggio’. L’ha detta agli altri, l’ha
detta ai giovani, ai giovani che cercano di formare una famiglia, l’ha detto alle
famiglie in difficoltà e l’ha detto anche alle autorità, e lo dice a tutta la Chiesa.
Questa parola la dice perché è convinto interiormente, è la sua forza che gli viene
dalla fede e dall’aiuto di Dio, e quindi dice a tutti: “Coraggio!”. E lo ha detto
anche ai terremotati. Ripeto: vorrei che interiorizzassimo questa parola accanto al
Papa, sotto la guida del Papa.