Nigeria: vescovi sconvolti per il disastro aereo e gli attentati. Una suora: terra
di martirio e testimonianza
“Siamo sconvolti e scioccati dalle due tragedie che hanno colpito la Nigeria, ieri,
il disastro aereo di Lagos” e “l’attacco contro una chiesa cristiana a Bauchi”. Lo
riferisce all’agenzia Fides mons. Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente
della Conferenza episcopale della Nigeria. I presuli del Paese hanno incontrato in
queste ore il presidente Goodluck Jonathan per discutere dei problemi della sicurezza
interna e degli attacchi contro le chiese cristiane. Dai vescovi, riuniti ad Abuja
per il pellegrinaggio nazionale, il pressante appello per la cessazione delle violenze.
E’ stata intanto ricuperata la scatola nera dell'Md-83 della compagnia aerea Dana
Air, schiantatosi ieri pomeriggio su un quartiere popolare di Lagos. Rinvenuti 62
cadaveri: erano 153 le persone che viaggiavano a bordo del velivolo. Nel primo dei
tre giorni di lutto nazionale proclamati dal presidente Jonathan, due gru sono state
portate sul luogo della sciagura, un complesso formato da un palazzo residenziale
a due piani, una chiesa e una stamperia. (G.A.)
“Pregate per la Chiesa, la
Nigeria è terra di martirio”. Così, intanto, dopo il nuovo attentato a Bauchi, una
religiosa raggiunta telefonicamente nel Paese africano, alla quale per motivi di sicurezza
garantiamo l’anonimato. L’intervista è di Massimiliano Menichetti:
R.
- C’è paura nei cristiani. Ci sono tensioni e bisogna stare sempre allerta, perché
anche adesso sembrava essere tutto calmo e, invece, ieri si è scatenato questo nuovo
attacco a Bauchi. Nel momento in cui pensi che tutto sia tranquillo, già sta covando
qualche altra esplosione… Siamo nelle mani di Dio.
D. - La popolazione è preoccupata?
R.
- Certo. E' preoccupata, ma non si dà per vinta. L’intento dei terroristi è distruggere
la presenza dei cristiani, il più possibile… E’ necessario incoraggiare quindi i fedeli
a non aver paura.
D. - Perché chi vuole colpire, vuole scoraggiare anche ad
andare in Chiesa?
R. - Certo, il punto è proprio questo: vogliono far diventare
islamico il Paese, la Nigeria. E questo può avvenire soltanto se in Nigeria non esisterà
più un cristiano, ma questo non è possibile, perché la Chiesa è combattuta, ma non
sarà demolita!
D. - Mi diceva che dopo l’attentato a Kano, alcuni sono andati
per togliere i Crocifissi dalle scuole?
R. - Sì, sono andati a togliere il
Crocifisso nella scuola cattolica. Subito dopo l’ultima bomba nella scuola, in cui
sono morti professori e studenti, sono andati dalle suore che hanno l’istituto da
tanti anni, con studenti sia musulmani sia cristiani: gli studenti musulmani si sono
ritirati e poi hanno minacciato di togliere i Crocifissi, ma ancora non ci sono riusciti.
Stanno lottando….
D. - Voi che cosa state facendo per contrastare questa terribile
ondata di terrorismo?
R. - La nostra arma è la preghiera. Non possiamo fare
altro se non incoraggiare la gente a non aver paura, perché fin dall’inizio della
storia, nel cristianesimo ci sono stati i martiri e la Chiesa è sempre stata combattuta
e questo continuerà ad essere. Non bisogna quindi aver paura, mettiamoci nelle mani
di Dio.
D. - Vuole lanciare un appello?
R. - Tante volte noi pensiamo
di fare qualcosa, umanamente, ma senza Dio non si può fare niente! Questo è il mio
appello: pregare molto e essere vicini alla Chiesa; pregare e tener duro!