Il Papa alle autorità di Milano: lo Stato sostenga la libertà di educazione della
famiglia
Non si “rende giustizia alla famiglia” se lo Stato “non sostiene la libertà di educazione”.
E’ una delle affermazioni centrali del discorso che Benedetto XVI ha rivolto, ieri
pomeriggio nell’arcivescovado ambrosiano, alle autorità civili, militari e imprenditoriali
di Milano. Il servizio dell’inviato a Milano, Alessandro De Carolis:
Quelli che amministrano
la cosa pubblica “sappiano farsi amare”. Una frase che non è un moderno slogan elettorale,
ma frutto dell’antica saggezza del patrono della città di Milano, Sant’Ambrogio. Benedetto
XVI l’ha lasciata risuonare al termine di un discorso denso di stimoli per i circa
100 invitati – tra autorità civili, militari e imprenditoriali del capoluogo lombardo
– presenti all’incontro delle 17 nella Sala del trono della Curia ambrosiana.
Proprio
dai “principi” che resero “equilibrato e illuminato” il governo del vescovo di Mediolanum,
il Papa ha fatto discendere una serie di considerazioni sull’esercizio del potere
pubblico. “La prima qualità di chi governa – ha asserito – è la giustizia”, poi c’è
“l’amore per la libertà”, intesa non come “un privilegio di pochi, ma un diritto per
tutti”. In questa libertà, ha soggiunto, si esprime la “laicità dello Stato”, valore
che tutela il bene della collettività e, insieme, è “a servizio”dei diritti del singolo:
“Ognuno
può allora vedere come la legislazione e l’opera delle istituzioni statuali debbano
essere in particolare a servizio della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla
vita, e altresì riconoscere il diritto primario dei genitori alla libera educazione
e formazione dei figli, secondo il progetto educativo da loro giudicato valido e pertinente.
Non si rende giustizia alla famiglia, se lo Stato non sostiene la libertà di educazione
per il bene comune dell’intera società”.
E ricordando il contributo secolare
della Chiesa a in ambito sociale e culturale – testimoniato dalla “schiera dei santi
della carità” – Benedetto XVI ha affermato:
“Il tempo di crisi che stiamo
attraversando ha bisogno, oltre che di coraggiose scelte tecnico-politiche, di gratuità,
come ho avuto modo di ricordare: ‘La città dell'uomo non è promossa solo da rapporti
di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia
e di comunione’”.
Ieri mattina, una grande festa di giovani e di fede aveva
accolto il Papa allo stadio “Meazza” di S. Siro. Ottantamila ragazzi della Cresima,
con catechisti e genitori, spronati con queste parole:
“Cari ragazzi, care
ragazze, vi dico con forza: tendete ad alti ideali: tutti possono arrivare ad una
alta misura, non solo alcuni! Siate santi! Ma è possibile essere santi alla vostra
età? Vi rispondo: certamente! Lo dice anche sant’Ambrogio, grande Santo della vostra
Città, in una sua opera, dove scrive: ‘Ogni età è matura per Cristo’.
La
mattinata era iniziata invece con la celebrazione dell’Ora Media secondo il rito ambrosiano
nel Duomo gremito da 5 mila tra sacerdoti, religiosi e seminaristi: “Guardate al futuro
con fiducia”, ha detto loro il Papa, contate “sulla fedeltà di Dio”. In privato, Benedetto
XVI ha poi avuto un breve incontro con l'arcivescovo emerito di Milano, Carlo Maria
Martini.