Somalia: summit a Istanbul per contrastare pirateria, terrorismo e siccità
Stabilità del Corno d’Africa, sicurezza nel Mediterraneo e lotta alla pirateria. Questi
i temi centrali della Seconda conferenza internazionale sulla Somalia che vede riuniti
ad Istanbul i leader di 54 Paesi. La sessione ufficiale del vertice è stata aperta
stamane dal presidente turco Erdogan e dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
Il servizio di Stefano Leszczynski.
La comunità
internazionale aiuterà la Somalia a dotarsi di tutti gli strumenti necessari a portare
a compimento il processo di transizione istituzionale e a dotarsi di forze di sicurezza
capaci di riportare il Paese verso lo stato di diritto. Il segretario dell’Onu, Ban
Ki-moon nel suo intervento di apertura dei lavori del vertice di Istanbul, cui prendono
parte i leader di 54 paesi, ha esortato alla solidarietà internazionale per contrastare
la piaga del terrorismo, della pirateria e della siccità che affligge ormai da anni
la Somalia. Il summit fa seguito alla Conferenza di Londra del 23 febbraio scorso,
che aveva stabilito aiuti finanziari per il contrasto della pirateria e un incremento
del contingente militare dell’Unione africana per respingere le milizie filo qaediste
degli al Shebab. A Roma invece s’incontreranno tra il 2 e il 3 luglio i membri dell'International
Contact Group. Tra i punti in esame spicca nella giornata odierna la discussione relativa
agli aiuti finanziari e di cooperazione. Dal 1991, anno della caduta del presidente
Siad Barre, la crisi somala è costata quasi 1,5 milioni di morti, 800mila profughi
e 1,5 milioni di sfollati su una popolazione totale di 9,5 milioni. La speranza di
vita media nel Paese è di 50 anni e un bambino su quattro muore nei primi cinque anni
di vita. Esclusi dal summit i rappresentanti delle due regioni somale che si sono
autoproclamate autonome, il Somaliland e il Puntland. Il resto della Somalia, invece,
al momento è formalmente retta da un governo di transizione con un debolissimo controllo
del territorio. La fase di transizione dovrebbe concludersi il 20 agosto, dopo la
formazione in giugno e luglio di istituzioni 'regolari' e l'adozione di una costituzione,
con l'elezione del nuovo presidente della Repubblica somala. La situazione nel Paese
rimane tuttavia incerta a causa della guerra in corso con le formazioni islamiche
integraliste degli al Shebab che puntano al controllo di aree sempre più vaste del
Paese.