Presidenziali Usa: entra nel vivo la sfida tra Romney e Obama
Entra nel vivo la sfida per la Casa Bianca, dopo che l’ex governatore del Massachusetts,
Mitt Romney, ha conquistato, martedì scorso, la nomination a candidato presidenziale
del partito repubblicano. Dal canto suo, l’ex segretario di Stato americano, Condoleezza
Rice, si è schierata con Romney, mentre i sondaggi vedono la sfida del 6 novembre
quanto mai incerta. Per un commento su questa fase delle presidenziali Usa, Alessandro
Gisotti ha intervistato Alia K. Nardini, americanista del Centro Studi
“Tocqueville-Acton”:
R. – Si entra
nel vivo della campagna elettorale statunitense e si vede prima di tutto dagli stop
elettorali: questa è una strada che sia Obama sia Romney hanno intrapreso oramai a
pieno ritmo, utilizzando i media per lanciare i messaggi più “forti” per conquistare
la propria parte di elettorato e – si spera – ovviamente anche quella centrista, necessaria
poi dopo per avere la presidenza. Cosa sta facendo Romney? Prima di tutto, sta presentando
Obama come il "fautore" della crisi, o comunque come colui che l’ha aggravata senza
essere assolutamente in grado di invertire tutti i trend negativi, dall’economia
alla disoccupazione, in America. La seconda stategia di Romney è puntare sul rilancio
del settore privato, quindi presentarsi come colui che è veramente in grado di rilanciare
l’economia perché è esperto: chiaramente, Romney non può negare di avere un patrimonio
economico consistente, però questo viene presentato come una credenziale per il candidato
repubblicano. Quindi, pensa che così può convincere gli elettori di essere veramente
capace di gestire le questioni economiche.
D. – Pur vincendo con largo anticipo
le primarie repubblicane, Romney non ha però conquistato il cuore della base del Partito
repubblicano. Questo quanto potrà influire sull’esito del voto del 6 novembre?
R.
– Ci sono due problemi che Romney deve affrontare. Uno è appunto il cuore dei repubblicani;
il secondo è il voto ispanico: sono due ambiti nei quali Romney sta facendo veramente
molta fatica. Quanto questo peserà sarà dato sostanzialmente anche dalla scelta del
vice presidente, che è un argomento del quale oggi, in America, si parla molto. Serve
avere un candidato forte con la base, un candidato viscerale che sia in grado di parlare
alla gente comune e soprattutto di conquistare la fiducia della classe media, cosa
che Romney sta faticando ad ottenere, con questo candidato eventualmente Romney potrebbe
cementare la base del Partito repubblicano.
D. – Obama ha chiamato al telefono
Romney per congratularsi per la nomination; ha auspicato un dibattito civile
… Tuttavia, si capisce già che invece la sfida, il confronto sarà molto aspro …
R.
– Certamente. Infatti, questo denota proprio le grandi capacità strategiche e politiche
di Obama che da un lato richiama il fair play e dall’altro attacca Romney a
tutta forza, presentandolo come quel candidato che non ha assolutamente pensato al
benessere della gente comune. Obama certamente sa come trovare i giusti toni per –
da un lato – tendere la mano all’avversario, ma dall’altro attaccarlo sui temi che
potranno metterlo in difficoltà.