Il Papa a Milano per l'Incontro mondiale delle famiglie
Benedetto XVI arriva questo pomeriggio a Milano in occasione del settimo Incontro
mondiale delle famiglie che sarà lui stesso a concludere domenica prossima. Oggi,
al Fieramilanocity, sono terminati gli interventi delle sessioni plenarie del Congresso
internazionale, con una serie di interventi sul tema della celebrazione della domenica.
Il servizio del nostro inviato a Milano, Alessandro De Carolis:
I luoghi-fulcro
dove Benedetto XVI transiterà da questo pomeriggio sono ormai presidiati da una parte
di quei 10 mila membri delle forze dell’ordine disposti per la sicurezza della visita.
Milano respira da questa mattina il clima di attesa: dal Duomo, al Teatro alla Scala,
al Parco di Bresso, dove la festa delle famiglie con il Papa toccherà il suo culmine
domani sera – e dove Benedetto XVI presiederà la Messa di domenica – è un brulicare
di agenti e volontari. Diverso il clima che fino a poco fa si respirava alla Fiera
di Milano, dove il Congresso internazionale sulla famiglia ha celebrato le ultime
battute, almeno per ciò che riguarda gli incontri generali del mattino.
A tirare
le somme davanti a circa 4 mila persone è stato il cardinale Ennio Antonelli, presidente
del Pontificio Consiglio della Famiglia. Tornando sulle tematiche sviluppate in modo
specifico dagli oltre 100 relatori intervenuti al Congresso – qui in Fiera e altrove
in città e nella regione – il porporato ha ripetuto che in un contesto culturale “in
cui la persona è ridotta a individuo, la società a gioco d’interessi, la felicità
a piacere, la verità a opinione”, la famiglia può ridursi “a semplice coabitazione
di individui nella stessa casa, secondo una molteplicità di modelli, stimati equivalenti
tra loro”:
“Solo curando la qualità delle relazioni e restituendo il primato
all’amore e alla comunione, la famiglia, il lavoro e la festa potranno ritrovare la
loro autenticità e armonizzazione. Per superare la crisi, sembra necessaria, a livello
globale, una rivoluzione culturale, antropologica, prima che economica”.
Scrutando
sulla falsariga degli interventi di ieri il legame tra famiglia e lavoro, il cardinale
Antonelli ha detto che “la famiglia è amica delle imprese” e che, “al di là dell’equità
fiscale, dovrebbe essere sostenuta con un disegno organico di politica familiare”
che ne “tuteli l’identità e i diritti”:
“Nella misura in cui sa offrire
un capitale umano di qualità, la famiglia diventa soggetto produttivo di valore economico
per il sistema. Dovrebbe dunque essere tassata, tenendo conto sia dei redditi che
delle persone a carico, un po’ come le imprese che vengono tassate sulla base dei
guadagni al netto dei costi di produzione. (...) L’obiettivo centrale e unificante
dovrebbe essere il sostegno da dare alle relazioni che strutturano la famiglia e la
rendono risorsa sociale: sostegno cioè alla stabilità della coppia e alla sua missione
procreativa ed educativa”.
Poco prima, il cardinale statunitense, Sean
O’Malley, arcivescovo di Boston, con un intervento brillante – ricco di aneddoti di
vita vissuta e spesso sottolineato dagli applausi delle 4 mila persone presenti –
ha messo in luce i molti modi in cui la famiglia è invitata a celebrare la festa,
invitando i genitori a darne per primi testimonianza ai figli. “Senza l’Eucaristia
domenicale, ha detto, noi cristiani “perdiamo la nostra identità”. Eppure, ha denunciato
con vigore, oggi non è raro il caso in cui la religione finisce per essere “triviliazzata”
e il parlare politicamente corretto contagia perfino chi deve proclamare “la verità”:
“Tutti
vogliamo che la Messa sia celebrata con dignità e bellezza. Ci preme molto che la
gente capisca il significato dei riti e la ricca storia della nostra tradizione. Ma
tutto questo non è sufficiente. Abbiamo bisogno di insegnare alla gente come pregare,
allora la Messa avrà senso. Allora cominceremo a penetrare il mistero. Senza l’Eucarestia
della Domenica noi perdiamo la nostra identità”.
Anche il vescovo Erminio
De Scalzi, presidente della Fondazione organizzatrice dell’Incontro milanese, aveva
riflettuto in apertura di mattinata sul fatto che l’uomo moderno ha creato il “tempo
libero e ha dimenticato la festa”. Nella vita di tante persone oggi, ha proseguito,
ci sono sostanzialmente due fasi: il tempo del lavoro, sempre più invadente, e quello
del non-lavoro, spesso vissuto come un tempo “commerciale”. Per i cristiani, ha affermato,
fare festa è invece raccogliersi con Cristo occorre “difendere la domenica come giorno
che salva l’umanità”, che “riunisce la famiglia rigenerandola”. Per questo motivo,
ha concluso, “la domenica non ha prezzo”.