Guinea Bissau. La Chiesa protagonista della mediazione tra le parti dopo il colpo
di Stato
Mantenere aperta la porta del dialogo per trovare soluzioni quanto più inclusive tra
le diverse parti politiche. È il lavoro della Chiesa della Guinea Bissau, il Paese
africano scosso dal recente colpo di Stato che ha portato al potere il governo di
transizione avallato dalla Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao).
Monsignor José Lampra, vescovo ausiliare di Bissau - sentito dalla Misna all’indomani
delle nuove sanzioni (mirate contro alcuni individui) decise dall’Unione Europea –
spiega che “il principio è quello di tener conto delle differenti sensibilità”. “E’
un fatto - sottolinea il presule - che il governo attuale è stato costituito in accordo
con la Cedeao ed è altrettanto vero che il Paigc (al potere fino allo scorso aprile)
non lo ha legittimato”. La Guinea Bissau si stava preparando per il secondo turno
delle elezioni presidenziali che il 29 aprile avrebbero dovuto vedere di fronte il
candidato del Paigc ed ex primo ministro, Carlos Gomes Junior, e il candidato del
Partito di rinnovamento sociale Koumba Yala. Il 12 aprile però i militari hanno organizzato
un golpe arrestando primo ministro e presidente e sospendendo le garanzie costituzionali.
Alla transizione si è arrivati dopo l’intervento della Cedeao che ha anche inviato
un contingente militare di circa 600 uomini. (M.G.) “Noi vescovi del Nicaragua
vogliamo presentare, a nome e per conto della Chiesa cattolica del nostro Paese, un
tributo sincero di amore per tutte le madri del Nicaragua, e in particolare riconoscere
quante hanno fatto delle loro case santuari di vita, scuole di religione e veri luoghi
di amore, proprio in mezzo ad una società in conflitto e perfino, per molti aspetti,
avversa al piano di Dio sul matrimonio e sulla famiglia”. Inizia così il "Messaggio
della Conferenza episcopale del Nicaragua per la festa della mamma" che si è celebrata
in Nicaragua il 30 maggio. I vescovi ricordano nel messaggio, inviato all’agenzia
Fides, che la celebrazione nazionale della festa viene da una tradizione cattolica,
che la pone proprio a chiusura del Mese Mariano. Inoltre riguarda anche la famiglia,
“e questo è anche il motivo per cui seguiamo da vicino, nella preghiera e nell'atteggiamento
di discernimento alla luce della Parola di Dio, il dibattito sul nuovo codice della
famiglia che si sta svolgendo in questi giorni in seno all'Assemblea nazionale” si
legge nel documento. A questo proposito i vescovi denunciano i Paesi o i gruppi economicamente
potenti di fare pressioni sui legislatori per fare in modo che il nuovo codice della
famiglia accetti il cosiddetto “matrimonio” e l'unione di fatto tra omosessuali. Comunque
"riconosciamo con soddisfazione che, nonostante le pressioni", i deputati nicaraguensi
hanno mantenuto nel nuovo Codice il principio che "la vera famiglia ha come fondamento
l'unione stabile tra un uomo e una donna" affermano i vescovi. Così “la Chiesa cattolica
in Nicaragua darà, dinanzi al mondo, una testimonianza di rispetto dei valori cristiani
in ciò che riguarda il matrimonio e la famiglia". (R.P.)