2012-06-01 20:13:45

A Milano la Chiesa attenta anche alle coppie separate


Partecipa all’incontro mondiale di Milano anche l’Associazione Famiglie Separate Cristiane. Al vicepresidente Emanuele Scotti, Antonella Palermo ha chiesto quanta attenzione c’è oggi da parte della Chiesa nei confronti delle coppie separate:RealAudioMP3

R. – La Chiesa ha affrontato l’argomento a livello dottrinale già da molto tempo: il direttorio di pastorale familiare, nel 1993, aveva affrontato questa problematica nel capitolo settimo e lo aveva fatto in maniera molto approfondita. Purtroppo, per molto tempo, le iniziative che concretamente era auspicabile nascessero a seguito di queste indicazioni non sono state sviluppate, ma da qualche anno c’è sicuramente una grande attenzione ed una tendenza come anche una messa in pratica di principi di accoglienza nella verità. Restando quindi nel principio dell’indissolubilità sacramentale – che è un elemento che non può essere messo in discussione -, c’è una grande attenzione ed una grande apertura verso l’accoglienza alle persone che hanno vissuto e vivono tutt’ora questo dramma, nella coscienza – com’è stato detto e ricordato anche nella lettera del cardinale Tettamanzi: il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito – di queste situazioni, nella verità dei principi.

D. – A questo proposito di recente è nato un Osservatorio sulle famiglie ferite, che è espressione della Consulta nazionale di pastorale familiare della Cei, è così?

R. – Sì. E’ nato dopo il Convegno di Salsomaggiore del giugno 2011, che è stato il primo Convegno della Pastorale familiare nazionale che ha messo esplicitamente a tema la problematica delle famiglie separate. E’ nato un gruppo di lavoro interno alla Consulta con la finalità di monitorare e di osservare lo sviluppo delle iniziative pastorali specifiche rivolte alle persone separate e divorziate. In modo particolare, le iniziative che rileviamo e intendiamo rilevare sono quelle che hanno un carattere di continuità e di permanenza, quindi non parliamo di singoli convegni, serate o incontri, che sono naturalmente molti di più rispetto a quelli che potremmo rilevare, ma ci limitiamo a queste – peraltro più significative – iniziative che hanno questi caratteri di continuità nel tempo. E sono molte: si stanno sviluppando un po’ in tutta Italia e, dato che il fenomeno, almeno fino a qualche anno fa, era localizzato prevalentemente nel centro-nord, la maggior parte delle iniziative erano originarie di questa zona, anche se il tutto si sta espandendo ed omogeneizzando sostanzialmente su tutto il territorio nazionale. Oggi, quindi, nascono iniziative pastorali un po’ ovunque.

D. – Tra le famiglie separate c’è, secondo lei, abbastanza informazione su questo movimento che la Chiesa sta cercando di attuare ed anche maggiore disponibilità al confronto verso di loro?

R. – Questo è sicuramente un terreno sul quale c’è ancora molto lavoro da fare. Molto si sta facendo e molto si è ottenuto, ma certamente, a livello di informazione e comunicazione, c’è ancora da fare: sussiste ancora molta disinformazione come anche molti equivoci, che bloccano un po’ l’avvicinamento delle persone a queste iniziative, che invece potrebbero rivelarsi molto utili per la persona stessa, per ‘ritornare a camminare’ e a rimanere ancorati alla Chiesa tramite il rapporto con il Signore.







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