Terremoto in Emilia: allarme per i danni all'economia, si muove la macchina della
solidarietà
Le terra trema ancora in Emilia, ma la notte trascorre più tranquilla tra la popolazione
e le migliaia di sfollati che affollano le tendopoli. Intanto, dal governo arrivano
i primi provvedimenti, accolti con ottimismo da cittadini e imprese: tagli alla spending
review, aumento di 2 centesimi delle accise sui carburanti, rinvio dei versamenti
fiscali e dei mutui. La voglia di ripartire c’è ma la paura è tanta, confermano i
tanti volontari attivi sul territorio. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Sono state oltre
70 le scosse di terremoto registrate da stanotte in Emilia Romagna, la più forte intorno
alle 6 con magnitudo superiore a 3 intorno a Finale Emilia l'ultima dopo le 13. La
terra non si ferma, dunque, mentre il bilancio delle vittime fortunatamente si è arrestato
da ieri a 17 persone. Il lavoro della Protezione Civile ora procede su due fronti.
Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli:
“Stiamo facendo
una serie di sopralluoghi anche perché la priorità è quella di fornire la più elevata
assistenza ad un numero crescente di persone, anche con una pressante offerta di strutture
alberghiere”.
32 i campi montati nelle ultime ore, più altre 46 strutture
coperte per gli sfollati, il cui numero è salito a circa 15mila. “La gente collabora,
le tendopoli funzionano”, dicono i volontari delle Misericordie e della Caritas locale.
Ma incertezza e scoraggiamento sono da combattere, cdice don Giorgio Palmieri,
il parroco di San Felice sul Panaro che conta tre vittime del sisma:
“Ci
sono quelli che sono molto disponibili e si prestano con grande generosità per l’organizzazione,
ma aumenta la stanchezza, c’è molto caldo fra l’altro; i più piccoli sono evidentemente
in condizione di maggiore fragilità. Non so, naturalmente, se le misure di governo
basteranno; credo che si dovrà fare il possibile per far ripartire il tessuto economico,
perché da questo dipendono tante altre cose”.
Ieri, dunque, dal governo
un primo sostegno finanziario, fiscale e bancario ai terremotati, a cui si aggiunge,
però, fondamentale – dicono le Acli – la solidarietà in arrivo da tutta Italia. A
questo proposito abbiamo raccolto la testimonianza del presidente delle Acli regionali,
Walter Raspa:
R. – Questa è una regione "sana", una regione che anche
in questa occasione sa rispondere a queste tragedie. Abbiamo visto l’impegno delle
istituzioni in prima fila, anche verso le imprese: sono stati fatti già degli accordi
e dei protocolli di intesa con le aziende. Quindi si è mosso un po’ tutto l’apparato
regionale. C’è, sì, il pericolo della crisi perché è chiaro che in questi giorni di
non lavoro ci saranno delle crisi. Però abbiamo visto anche che verso queste imprese,
verso queste fabbriche c’è tanta, tanta solidarietà. All’interno del mondo Acli si
sono mosse subito tutte le presidenze regionali; addirittura anche dall’estero, dalla
Svizzera … Come Acli abbiamo aperto un conto corrente dove tutto quello che sarà raccolto
sarà devoluto per le parrocchie, per gli asili e per le famiglie degli operai morti.
Inoltre, le Acli di Modena hanno attivato un accordo con la Coldiretti, una proposta
per tutti i circoli Acli di acquistare un chilogrammo di quelle forme di formaggio
che si sono rovinate.
D. – “E’ la solidarietà che ci costituisce come comunità”,
ha detto il vostro presidente Andrea Olivero. Il 2 giugno, infatti, voi avete pensato
proprio di trasformarlo in una giornata per la solidarietà …
R. – Sì. Crediamo
che in questa giornata un po’ tutta l’Italia si debba riconoscere in questo ed esprimere
tanta solidarietà, non solo a parole ma anche con i fatti, i gesti”.