Festa della Visitazione di Maria. Il Papa chiude il mese di maggio nei Giardini Vaticani
Questa sera, nella Festa della Visitazione di Maria, il Papa, come da tradizione,
chiude nei Giardini Vaticani il mese di maggio. Il cardinale Angelo Comastri, vicario
generale del Papa per la Città del Vaticano guiderà la processione e la recita del
Santo Rosario dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini alla Grotta della Madonna
di Lourdes. Poi, alle 21.00, Benedetto XVI raggiungerà la Grotta rivolgendo la sua
parola ai presenti. Ma ripercorriamo alcune riflessioni pronunciate dal Papa in questi
anni in occasione della chiusura del mese dedicato a Maria. Il servizio di Debora
Donnini:
Maria e la cugina
Elisabetta. Sono le due figure al centro del Vangelo di oggi, Festa della Visitazione.
Negli anni la riflessione di Benedetto XVI ripercorre, con diverse sfaccettature,
questo straordinario momento di incontro fra Elisabetta che in tarda età aspetta un
figlio e Maria che corre verso la cugina in Giudea. La Vergine ha appena ricevuto
l’annuncio dell’Angelo, “ha creduto” e “ha risposto con fede, accettando con coraggio
il progetto di Dio per la sua vita e accogliendo così in sé la Parola eterna dell’Altissimo”:
“Rivolgendoci
oggi alla 'piena di grazia', le chiediamo di ottenere anche a noi, dalla Provvidenza
divina, di poter pronunciare ogni giorno il nostro 'sì' ai disegni di Dio con la stessa
fede umile e schietta con cui Lei ha pronunciato il suo. Ella che, accogliendo in
sé la Parola di Dio, si è abbandonata a Lui senza riserve, ci guidi ad una risposta
sempre più generosa e incondizionata ai suoi progetti, anche quando in essi siamo
chiamati ad abbracciare la croce”. (Discorso del 31 maggio 2011)
La fede
di Maria, dunque, al centro, ma anche il suo viaggio “in fretta verso la regione
montuosa, in una città della Giudea”, come ricorda il Vangelo di Luca. Benedetto XVI
lo definisce “un autentico viaggio missionario”. “La nostra, come singoli e come Chiesa
– sottolinea - è un’esistenza proiettata al di fuori di noi”. Maria quindi raggiunge
e dà aiuto alla cugina Elisabetta che “diventa così il simbolo di tante persone anziane
e malate” . Maria , che si era definita serva del Signore, “serve il Signore che incontra
nei fratelli”, ma il vertice della sua carità consiste nel far incontrare Cristo:
“Gesù
è il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all’umanità. È di Lui che gli uomini
e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo
o rifiutarlo. È di Lui che hanno grande bisogno la società in cui viviamo, l’Europa,
il mondo intero”. (Discorso del 31 maggio 2010)
Elisabetta al vedere Maria
sente che il bambino nel suo grembo esulta di gioia e chiama “beata” sua cugina. A
loro volta le parole di Elisabetta accendono in Maria un cantico di lode, il Magnificat
che il Papa definisce “un’autentica e profonda lettura ‘teologica’ della storia”,
una lettura che anche noi dobbiamo continuare ad imparare da Lei:
"L’anima
mia magnifica il Signore. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il primo indispensabile
sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana creatura e la libera
dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia”. (Discorso del 31 maggio 2008)
Dunque
“Maria ‘vede’ con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia. Per questo è
beata , perché ha creduto”:
“La sua fede Le ha fatto vedere che i troni
dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica
roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni,
resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte
da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli”.
(Discorso del 31 maggio 2008)
Nel 2009 la conclusione del mese mariano
cade alla Vigilia di Pentecoste. E il Papa traccia, dunque, il legame fra Maria e
lo Spirito Santo. La fede della Vergine spinge anche noi “a riconoscere la presenza
dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare le sue ispirazioni e a seguirle
docilmente”:
“Nella Pentecoste, la Vergine Madre appare nuovamente come
Sposa dello Spirito, per una maternità universale nei confronti di tutti coloro che
sono generati da Dio per la fede in Cristo. Ecco perché Maria è per tutte le generazioni
immagine e modello della Chiesa, che insieme allo Spirito cammina nel tempo invocando
il ritorno glorioso di Cristo: 'Vieni, Signore Gesù' (cfr Ap 22,17.20)”. (Discorso
del 30 maggio 2009)