"Amare, lavorare
e fare festa sono gli elementi essenziali della dimensione familiare". Lo ha ricordato
stamane il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano,
aprendo la seconda giornata del congresso teologico-pastorale del VII Incontro Mondiale
delle famiglie in corso nel capoluogo lombardo. "La domenica, giorno di riposo
settimanale, non va inteso come momento di pausa ma come occasione per far crescere
la socialità e la gratuità - ha aggiunto. "Il mercato deve essere per l'uomo e non
l'uomo per il mercato". Ai nostri microfoni anche la testimonianza di Cinzia
e Gianmarco, coppia di Udine che con i suoi cinque figli fa parte dell'Associazione
famiglie numerose. "Chiediamo alle istituzioni politiche di mettere al
centro la famiglia non come soggetto da assistere ma come soggetto da promuovere"
spiegano. "Se non mettiamo al centro dell'impegno politico il rispetto della vita
dal concepimento alla morte naturale e la famiglia come ambito di generazione, educazione,
crescita e sviluppo non potremo costruire per la nostra società un futuro migliore".
"Dobbiamo combattere il calo demografico aiutando le famiglie a credere nel futuro
e quindi a mettere al mondo dei figli". Il vescovo di Novara, mons. Franco
Giulio Brambilla, tra gli organizzatori del Congresso internazionale, riflette
invece sullo sfaldamento della famiglia nella nostra società, evidenziato dalla crescita
di divorzi e separazioni. " E' un fenomeno che deriva da una restrizione individualista
del concetto famiglia - spiega - una percezione errata degli affetti e delle relazioni
come realtà opzionali di cui l'io non ha bisogno. Dobbiamo mettere in discussione
lo schema individualistico e funzionalistico dell'uomo che è alla base di queste rotture
e quindi della solitudine". (a cura di Fabio Colagrande e Antonella Palermo, inviata
della RV a Milano).