2012-05-30 08:48:58

Ancora l’Egitto nella lista nera della Commissione Usa per la libertà religiosa


Per il secondo anno consecutivo l’Egitto compare nella lista dei Paesi di particolare preoccupazione (“Countries of particular concern” – Cpc) segnalati al Segretario di Stato dalla speciale Commissione Usa per la libertà religiosa internazionale (U.S. Commission on International Religious Freedom – Uscirf). Secondo il suo ultimo rapporto annuale, pubblicato di recente, il Governo di transizione egiziano “ha continuato ad essere coinvolto e a tollerare continue, sistematiche e gravi violazioni della libertà di pensiero, coscienza, religiosa o di fede”. Tra le principali vittime delle violenze settarie la comunità cristiana: un centinaio i copti assassinati per la loro appartenenza religiosa nel 2011, più di tutto il decennio precedente. “Questo livello di violenza e la mancata punizione dei responsabili – osserva la Commissione – hanno continuato ad alimentare un clima di impunità, aumentando la possibilità di nuove violenze”. Il rapporto, citato dall’agenzia Cns, rileva inoltre che le autorità egiziane non hanno impedito ai mezzi di comunicazione controllati dallo Stato di diffondere contenuti offensivi e degradanti nei confronti di alcune comunità religiose: in particolare contro gli stessi copti, ebrei e baha’i. La Uscirf raccomanda quindi all’Amministrazione americana di premere sull’attuale esecutivo di transizione e sul futuro governo civile affinché adottino misure che possano migliorare la situazione della libertà religiosa nel Paese. Tra queste l’abolizione dell’obbligo di specificare nei documenti la religione di appartenenza e l’introduzione di una legislazione uniforme in materia di costruzione e ristrutturazione dei luoghi di culto. Il rapporto chiede poi un intervento più deciso per reprimere i gruppi settari violenti. Nella lista stilata dalla Uscirf dei Paesi che hanno commesso gravi e sistematiche violazioni della libertà religiosa, oltre all’Egitto, figurano quest’’anno: Myanmar, Nord Corea, Eritrea, Iran, Iraq, Nigeria, Pakistan, Cina, Arabia Saudita, Sudan, Tagikistan, Turchia , Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam. Tra quelli sotto osservazione invece: Afghanistan, Bielorussia , Cuba, India, Indonesia, Laos, Russia, Somalia e Venezuela. Prima di essere inserito l’anno scorso tra i Cpc, l’Egitto, dal 2002, era inserito in quest’ultima categoria. (L.Z.)







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