Senegal: forte appello all’unità al termine del pellegrinaggio mariano a Popenguine
Con un forte appello all’unità “indispensabile al progresso spirituale”, allo sviluppo
economico e al consolidamento delle giovani democrazie africane si è concluso domenica
scorsa il 124° pellegrinaggio al Santuario mariano di Popenguine, in Senegal, iniziato
il 26 maggio. 100mila fedeli senegalesi e dai Paesi vicini, ma anche esponenti della
comunità musulmana locale e rappresentanti delle istituzioni erano presenti alla Messa
conclusiva dell’evento dedicato quest’anno al tema “Affinché siano tutti una cosa
sola, come tu sei in me, o Padre, ed io in te”, tratto dal Vangelo di Giovanni. E
proprio sulla necessità dell’unità si è incentrata l’omelia affidata a mons. Ernest
Sambou, vescovo di Saint-Louis. “Siamo tutti nati nell’unità, anche se è difficile
trovarla e quando la raggiungiamo è fragile e di breve durata”, ha detto il presule
che ha sottolineato che ”solo Dio può aiutare gli uomini a vivere nell’unità”. Mons.
Sambou, citato dall’agenzia di stampa senegalese Aps ripresa dall’Apic, ha poi espresso
l’auspicio che la Chiesa possa contribuire a creare un’autentica unità tra le diverse
etnie che compongono la società senegalese e i Paesi vicini, una unità - ha detto
- che deve essere vissuta “non solo in circostanze particolari ed eccezionali, ma
sempre”. Egli ha quindi denunciato i mali che insidiano l’unità nelle società africane:
dalla divisione del mondo tra chi ha e chi non ha, all’”egoismo e la sete di potere”,
alle ingiustizie sociali ed economiche, alla degenerazione della politica che dovrebbe
essere al servizio del bene comune, ma che viene invece usata per dividere. Ma la
più grave insidia – ha aggiunto - viene oggi dal dominio mondiale della finanza che
con il denaro controlla i governi senza avere alcuna legittimazione democratica.
Mons. Sambou ha anche denunciato il fenomeno l’accaparramento delle terre strappate
ai popoli africani dalle grandi multinazionali straniere con la complicità delle classi
dirigenti locali. Infine, un appello per la fine dell’ancora irrisolto conflitto nel
Casamance, la regione del Senegal meridionale dove da 30 anni combatte il Movimento
separatista delle Forze democratiche del Casamance. (L.Z.)