Con l’acronimo AMDG -Ad Maiorem Dei Gloriam- il compositore statunitense, ma
di chiare origini italiane, Nicolas Flagello (1928-1994) terminava tutte le
sue composizioni. Prima studente di Vittorio Giannini, altro compositore di origine
italiana, alla Manhattan School of Music di New York poi docente di composizione nello
stesso istituto Flagello aveva assimilato dal suo insegnante la convinzione che il
“vero” talento creativo musicale era un dono divino e perciò necessitava di una profonda
onestà intellettuale che imponeva al suo beneficiario un dovere morale da perseguire
sempre senza riserve, con diligenza, umiltà e gratitudine. Questa dedizione richiede
sacrifici e necessita di rifuggire qualsiasi compromesso nonché accettare le sconfitte.
Cedere alle tentazioni infatti sarebbe un tradimento nei confronti di Dio. Per questo
Nicolas Flagello scrisse sempre quella musica che sgorgava dal suo cuore. Emiliano
Giannetti ha realizzato quattro puntate dedicate al musicista. L'appuntamento è
per tutti i lunedì di giugno a partire dal 4 nei consueti orari di Focus On: alle
16.30 sul primo canale e alle 21 sul quinto. Nicolas Flagello fu un brillante
pianista ed un apprezzato direttore d’orchestra ma è nella composizione che trovò
il linguaggio più consono al suo spirito. La sua produzione musicale è molto vasta
e purtroppo ancora poco conosciuta, anche per l’abitudine del compositore di non curarsi
della sua diffusione. Nicolas Flagello svolse un’attività tanto silenziosa quanto
intensa lasciandoci una produzione musicale che denota la sua profonda sensibilità
ma soprattutto un linguaggio musicale sempre originale seppur – forse con troppa semplicità
– definito neoromantico. Nicolas era anagraficamente americano, di New York, ma
possedevano all’ennesima potenza il genere musicale mediterraneo caratterizzato dall’estrema
naturalezza e poeticità del canto. Suo fratello Ezio lo valorizzò con la sua eccezionale
carriera di cantante lirico mentre Nicolas dopo le prime esperienze musicali in cui
da bambino venne definito il “piccolo Caruso” l’espresse, forse anche a causa di un
carattere più riservato, attraverso le sue composizioni: opere sempre raffinate e
dall’inesauribile vena melodica in cui troviamo assimilata e reinterpretata la lezione
dei grandi maestri della tradizione europea: da Richard Strauss a Rachmaninoff a Puccini. Credo
che la fortuna di Nicolas, come compositore, sia stato proprio il fatto di essere
nato e di essersi formato a New York – con Vittorio Giannini, altro musicista di origine
italiana – in una nazione come gli Stati Uniti che proprio per la sua giovinezza non
doveva sopportare l’ingombrante peso della tradizione europea che in quegli anni si
stava concretizzando attraverso le sperimentazione e ricerche più ardite ed estreme. I
musicisti americani di questa generazione riuscirono di fatto ad essere più liberi
nell’ambito della loro ricerca creativa e del loro linguaggio musicale. Attingendo
con naturalezza alle più svariate esperienze estetiche rileggendole con libertà, disincanto
e comunque sempre in maniera originale. Nel suo vasto catalogo troviamo tutti i
generi di musica: dall’opera a quella strumentale e cameristica (Flagello fu un ottimo
pianista), diversi concerti per pianoforte e orchestra ed uno per violino, scritto
durante l’anno di studi con Ildebrando Pizzetti all’Accademia di Santa Cecilia di
Roma e soprattutto alcune originalissime composizioni di argomento sacro come The
Judgement of Saint Francis (1959), rappresentata nella Basilica di Assisi, o Te Deum
for All Mandkind (1967). Ricordiamo inoltre: The Land (1954), Capriccio per
violoncello e orchestra (1962), Concerto per pianoforte n. 3 (1962), Dante’s
Farewell (1962) Sonata per pianoforte (1962), Contemplazioni di Michelangelo
(1964),Electra (1966),Sinfonia n. 1 (1968),Passion
of Martin Luther King (1968), Credendum (1973), Beyond the Horizon (1983),Concerto Sinfonico (1985). Morì nel 1994, il giorno dopo il suo sessantaseiesimo
compleanno. Il necrologio pubblicato sul New York Times inizia, «Nicolas Flagello,
un compositore americano e direttore d’orchestra impegnato nella vita musicale del
dopoguerra di questo paese, è morto ieri a New Rochelle, New York». L’avviso ha continuato
a definendolo come «un bambino prodigio e poi un compositore prolifico», aggiungendo
che il suo stile «cresciuto fuori dalla tradizione romantica, divenne sempre più dissonante
con il passare degli anni, ma si caratterizzava attraverso una scrittura ancora basata
sui centri tonali, dalle grandi arcate melodiche che culminavano in momenti di grande
emozione» Due mesi più tardi, l’ex moglie Dianne, allora direttore del Preparatory
Division della Manhattan School of Music, organizzarono nella scuola un concerto commemorativo,
dedicato alla musica di Flagello. Bill Zakariasen, scrivendo su The Westsider, descrisse
l’evento come un “concerto di ricompensa (un po’ dolceamaro)” e osservò che la musica
di Flagello «è diretta, con idee comunicative, forte contenuto emotivo e una conoscenza
approfondita di tutti gli strumenti, compresa la voce umana, il suo primo amore». Oggi
Dianne Flagello, insieme a Walter Simmons, è impegnata nel divulgare le opere e la
musica di Nicolas Flagello seguendo personalmente la trascrizione e l’esecuzione dei
numerosi manoscritti, spesso inediti, in suo possesso.