2012-05-29 09:55:15

Nicolas Flagello e l'America neoromantica


Con l’acronimo AMDG -Ad Maiorem Dei Gloriam- il compositore statunitense, ma di chiare origini italiane, Nicolas Flagello (1928-1994) terminava tutte le sue composizioni. Prima studente di Vittorio Giannini, altro compositore di origine italiana, alla Manhattan School of Music di New York poi docente di composizione nello stesso istituto Flagello aveva assimilato dal suo insegnante la convinzione che il “vero” talento creativo musicale era un dono divino e perciò necessitava di una profonda onestà intellettuale che imponeva al suo beneficiario un dovere morale da perseguire sempre senza riserve, con diligenza, umiltà e gratitudine. Questa dedizione richiede sacrifici e necessita di rifuggire qualsiasi compromesso nonché accettare le sconfitte. Cedere alle tentazioni infatti sarebbe un tradimento nei confronti di Dio. Per questo Nicolas Flagello scrisse sempre quella musica che sgorgava dal suo cuore. Emiliano Giannetti ha realizzato quattro puntate dedicate al musicista. L'appuntamento è per tutti i lunedì di giugno a partire dal 4 nei consueti orari di Focus On: alle 16.30 sul primo canale e alle 21 sul quinto.
Nicolas Flagello fu un brillante pianista ed un apprezzato direttore d’orchestra ma è nella composizione che trovò il linguaggio più consono al suo spirito. La sua produzione musicale è molto vasta e purtroppo ancora poco conosciuta, anche per l’abitudine del compositore di non curarsi della sua diffusione. Nicolas Flagello svolse un’attività tanto silenziosa quanto intensa lasciandoci una produzione musicale che denota la sua profonda sensibilità ma soprattutto un linguaggio musicale sempre originale seppur – forse con troppa semplicità – definito neoromantico.
Nicolas era anagraficamente americano, di New York, ma possedevano all’ennesima potenza il genere musicale mediterraneo caratterizzato dall’estrema naturalezza e poeticità del canto. Suo fratello Ezio lo valorizzò con la sua eccezionale carriera di cantante lirico mentre Nicolas dopo le prime esperienze musicali in cui da bambino venne definito il “piccolo Caruso” l’espresse, forse anche a causa di un carattere più riservato, attraverso le sue composizioni: opere sempre raffinate e dall’inesauribile vena melodica in cui troviamo assimilata e reinterpretata la lezione dei grandi maestri della tradizione europea: da Richard Strauss a Rachmaninoff a Puccini.
Credo che la fortuna di Nicolas, come compositore, sia stato proprio il fatto di essere nato e di essersi formato a New York – con Vittorio Giannini, altro musicista di origine italiana – in una nazione come gli Stati Uniti che proprio per la sua giovinezza non doveva sopportare l’ingombrante peso della tradizione europea che in quegli anni si stava concretizzando attraverso le sperimentazione e ricerche più ardite ed estreme.
I musicisti americani di questa generazione riuscirono di fatto ad essere più liberi nell’ambito della loro ricerca creativa e del loro linguaggio musicale. Attingendo con naturalezza alle più svariate esperienze estetiche rileggendole con libertà, disincanto e comunque sempre in maniera originale.
Nel suo vasto catalogo troviamo tutti i generi di musica: dall’opera a quella strumentale e cameristica (Flagello fu un ottimo pianista), diversi concerti per pianoforte e orchestra ed uno per violino, scritto durante l’anno di studi con Ildebrando Pizzetti all’Accademia di Santa Cecilia di Roma e soprattutto alcune originalissime composizioni di argomento sacro come The Judgement of Saint Francis (1959), rappresentata nella Basilica di Assisi, o Te Deum for All Mandkind (1967).
Ricordiamo inoltre: The Land (1954), Capriccio per violoncello e orchestra (1962), Concerto per pianoforte n. 3 (1962), Dante’s Farewell (1962) Sonata per pianoforte (1962), Contemplazioni di Michelangelo (1964), Electra (1966), Sinfonia n. 1 (1968), Passion of Martin Luther King (1968), Credendum (1973), Beyond the Horizon (1983), Concerto Sinfonico (1985).
Morì nel 1994, il giorno dopo il suo sessantaseiesimo compleanno. Il necrologio pubblicato sul New York Times inizia, «Nicolas Flagello, un compositore americano e direttore d’orchestra impegnato nella vita musicale del dopoguerra di questo paese, è morto ieri a New Rochelle, New York». L’avviso ha continuato a definendolo come «un bambino prodigio e poi un compositore prolifico», aggiungendo che il suo stile «cresciuto fuori dalla tradizione romantica, divenne sempre più dissonante con il passare degli anni, ma si caratterizzava attraverso una scrittura ancora basata sui centri tonali, dalle grandi arcate melodiche che culminavano in momenti di grande emozione»
Due mesi più tardi, l’ex moglie Dianne, allora direttore del Preparatory Division della Manhattan School of Music, organizzarono nella scuola un concerto commemorativo, dedicato alla musica di Flagello. Bill Zakariasen, scrivendo su The Westsider, descrisse l’evento come un “concerto di ricompensa (un po’ dolceamaro)” e osservò che la musica di Flagello «è diretta, con idee comunicative, forte contenuto emotivo e una conoscenza approfondita di tutti gli strumenti, compresa la voce umana, il suo primo amore».
Oggi Dianne Flagello, insieme a Walter Simmons, è impegnata nel divulgare le opere e la musica di Nicolas Flagello seguendo personalmente la trascrizione e l’esecuzione dei numerosi manoscritti, spesso inediti, in suo possesso.








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