Il dolore e la preoccupazione del Papa per la Siria: in una nota appello alla fine
delle violenze
“La recente strage di Hula, con la morte di un centinaio di persone tra cui numerosi
bambini, addolora e preoccupa profondamente il Santo Padre e l’intera comunità cattolica,
nonché la comunità internazionale, che ha condannato unanimemente l’accaduto”. Così
si legge nel comunicato della Sala stampa vaticana, con cui “la Santa Sede esorta
le parti interessate e tutta la comunità internazionale a non risparmiare alcuno sforzo
per risolvere la crisi attraverso il dialogo e la riconciliazione”. Appello alla cessazione
di ogni forma di violenza e appello ai leader e credenti di diverse religioni perché
si promuova la pace, per “il bene di tutta la popolazione”. Sulla drammatica
situazione in Siria la diplomazia alza la voce mentre gli osservatori Onu presenti
nel Paese assistono impotenti alla violenza: dopo il massacro di Hula, attribuito
a ''terroristi islamici'' dal regime e al terrorismo di Stato da parte di attivisti,
almeno altre 26 persone sono state uccise ieri, giorno dell'arrivo a Damasco di Kofi
Annan, inviato speciale delle Nazioni Unite. E qualcuno denuncia ancora bombardamenti
ad Hama. Il presidente francese Hollande e il premier britannico Cameron parlano di
nuova pressione sul regime, annunciando a Parigi la prossima riunione del gruppo Amici
della Siria. Il servizio di Marina Calculli:
Domani Kofi
Annan incontrerà Assad. Al mediatore internazionale Annan si rivolge in una lettera
padre Paolo Dall’Oglio, fondatore della Comunità monastica di Deir Mar Musa,
in Siria, dove Fabio Colagrande lo ha raggiunto telefonicamente:
R. – Ho detto
nella mia lettera che ci aggrappiamo a questa iniziativa Onu come dei naufraghi ad
una zattera. Qui si prova ad interrompere un ciclo violento di guerra civile con mezzi
non violenti. Questo tentativo, che per ora è troppo timido, se fosse incoraggiato,
appoggiato dalla collettività internazionale con più coerenza, potrebbe riuscire.
Non bastano 300, ce ne vogliono 3000 di osservatori militari esperti, non armati,
che vengano ad aiutare questa società civile locale a tirarsi su e a trovare le vie
della riconciliazione.
D. – Mons. Zenari ci raccontava che pur in questi momenti
di dramma, di violenza, in Siria ci sono ancora piccoli segni di speranza: collaborazioni
tra cristiani e musulmani proprio per aiutare le persone...
R. – Noi osserviamo
tutti i giorni giovani che collaborano – musulmani e cristiani – nell’ambito della
Mezza Luna Rossa, ad esempio. Esistono tante iniziative con le quali i giovani desiderano
esprimere la loro volontà di partecipare per salvare il corpo profondo di questa società
civile, che da sempre è chiamata ad esprimere armonia intercomunitaria.
D.
– Padre Dall’Oglio, la Russia ha approvato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza
perché non addossa alle forze governative siriane l'intera respondabilità per la strage
di Hula...
R. – L’iniziativa di Kofi Annan ha senso solo nella misura in cui
rappresenta la buona volontà della Russia. E’ una buona volontà condizionata al fatto
che la Siria non esca dall’area geostrategica di influenza della Russia sul Mediterraneo.
In questa tragica e insopportabile contingenza di questo massacro orribile che è avvenuto
venerdì scorso, la Russia ha trovato le parole giuste e adesso bisognerà che trovi
anche i mezzi adeguati, perché questo Paese sia accompagnato fuori da questa crisi
verso una democrazia autentica.
D. – Per chiudere, una testimonianza dalla
comunità cristiana in Siria... R. – Ieri sera ho celebrato la Pasqua con quello
che resta delle famiglie, che sono qui in un quartiere difficilissimo. Non hanno avuto
la Pasqua e quindi abbiamo celebrato la Pasqua e la Pentecoste assieme. C’erano una
persona anziana, una bambina, due donne nubili - ecco cosa è rimasto di questa comunità
cristiana in questo quartiere – e abbiamo celebrato con commozione il mistero dell’amore
di Dio per ogni uomo.