2012-05-28 16:52:16

Siria, p. Dall'Oglio: "L'Onu salvi il Paese che è sotto ricatto"


RealAudioMP3 "E' sentimento di tutti i siriani che ci sia uno Stato siriano che va salvato. Le istituzioni devono essere protette, il sistema scolastico e sanitario devono continuare a funzionare. Penso che un ruolo essenziale della missione ONU sia rivalutare lo Stato che qui per molti sirani è oggi ricattato, tenuto in custodia forzata da un un gruppo di potere. E' un obiettivo su cui dobbiamo essere tutti d'accordo subito". Si esprime così, dalla Siria, il gesuita p. Paolo Dall'Oglio, fondatore della comunità monastica di Deir Mar Musa, nei giorni della missione dell'inviato dell'Onu Kofi Annan nel Paese. "Ci aggrappiamo a questa iniziativa Onu come naufraghi ad una zattera. Qui si prova forse per la prima volta ad interrompere un ciclo violento di guerra civile con la non-violenza. Questo tentativo, che per ora è troppo timido, se fosse incoraggiato, appoggiato dalla collettività internazionale con più coerenza, potrebbe riuscire. Non bastano 300, ce ne vorrebbero 3.000 di osservatori militari esperti, non armati, e poi forse circa 30mila accompagnatori della società civile che venissero ad aiutare questa società civile locale a tirarsi su e a trovare le vie della riconciliazione". Dall'Oglio commenta la circostanza che la Russia abbia approvato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che addossa alle forze governative siriane parte della responsabilità della strage di Hula. "L’iniziativa di Kofi Annan - spiega Dall'Oglio - ha senso solo nella misura in cui rappresenta la buona volontà della Russia. E’ una buona volontà condizionata al fatto che la Siria non esca dall’area geostrategica di influenza della Russia sul Mediterraneo. Nella tragica e insopportabile contingenza di questo massacro orribile che è avvenuto venerdì scorso, la Russia ha trovato le parole giuste e adesso bisognerà che trovi anche i mezzi adeguati, perché questo Paese sia accompagnato fuori da questa crisi verso una democrazia autentica". "Qui la gente ha comunque ancora tanta speranza e paga con la vita dei propri figli su diversi fronti. Se c'è un elemento che dobbiamo prendere in considerazione - aggiunge il gesuita - è il grande amore dei siriani per la loro patria. Certamente questa crisi è costata più di quanto si potesse prevedere e più di quanto sia sopportabile. Adesso si è pagato troppo per tornare indietro. Ma la primavera araba non è naufragata, assistiamo ad un grande movimento di cambiamento, emancipazione culturale dei musulmani nei confronti della libertà democratica di questi paesi. Il movimento nel suo complesso va assecondato, protetto e promosso perché possa stabilizzarsi in una nuova forma di vita civile. Per l'Europa è molto meglio avere dei partner democratici anche qualora fossero più esigenti dal punto di vista dei rapporti internazionali". E p. Dall'Oglio chiude l'intervista con una testimonianza struggente dalla comunità cristiana siriana. "Ieri sera ho celebrato la Pasqua con quello che resta delle famiglie, che sono qui in un quartiere difficilissimo. Non hanno avuto la Pasqua e quindi abbiamo celebratola Pasqua e la Pentecoste assieme. C’erano una persona anziana, una bambina, due donne nubili - ecco cosa è rimasto di questa comunità cristiana in questo quartiere – e abbiamo celebrato con commozione il mistero dell’amore di Dio per ogni uomo". (intervista a cura di Fabio Colagrande)








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