Incontro mondiale delle famiglie. Mons. De Scalzi: sulla loro tutela Chiesa e società
si giocano il futuro
“L’unità è la Chiesa bella che dobbiamo testimoniare”. È una delle esortazioni che
il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, ha rivolto durante la Messa di Pentecoste,
presieduta ieri in Duomo, ai cinquemila volontari che nei prossimi giorni saranno
il volto accogliente e “operoso” dell’Incontro mondiale delle famiglie. La celebrazione
ha aperto la settimana del grande raduno internazionale, che vedrà Benedetto XVI protagonista
degli eventi centrali, dal primo al tre giugno prossimi. Il vescovo Erminio De
Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, organizzatrice dell’Incontro,
sottolinea, al microfono di Alessandro De Carolis, l’eco notevole suscitato
finora dal tema-guida dell’evento:
R. – Devo
dire che questo tema, “La famiglia: il lavoro e la festa”, ha trovato nei mass media,
nell’interesse della società civile, una grande accoglienza. È un tema che io definisco
“laico”, perché lavoro, festa, famiglia ci danno l’occasione per dialogare non solo
con i fedeli credenti, ma con tutti coloro che nella società riflettono su questi
valori. Abbiamo scelto come “genere letterario” quello del raccontarsi: ascolteremo
e ci confronteremo con le diverse visioni che ci sono sulla famiglia, sul lavoro e
sulla festa in tanti Paesi. Questo sarà un grande arricchimento, un’occasione per
ascoltare il bene che c’è in famiglie da volti diversi dai nostri. Poi, questo Incontro
mondiale ha messo in luce anche il volto di una Chiesa ambrosiana estroversa, compagna
di viaggio di ogni famiglia desiderosa di offrire un contributo positivo. Una Chiesa
accogliente, una Chiesa accanto alla gente: questa è la Chiesa ambrosiana.
D.
– Qualche giorno fa, nel presentare il Parco di Bresso – la grande area verde che
ospiterà gli incontri delle famiglie con il Papa – lei ebbe a dire sulla generosità
mostrata dalla città: “Il cuore dei milanesi è stato riscaldato”. Cosa l’ha colpita
di più in questo senso?
R. – Innanzitutto, che la risposta ha superato le domande
di accoglienza da parte delle famiglie. In questi giorni, mi colpisce il fatto che
tutti vogliono venire, che vogliono vedere il Papa. E questo mi fa piacere per la
società civile e le varie istituzioni della città e della Lombardia, perché le dieci
diocesi lombarde sono direttamente coinvolte: il Convegno internazionale che faremo
avrà anche un pomeriggio di incontri in alcune diocesi della regione.
D. –
La preparazione dell’incontro di Milano ha avuto sin dall’inizio, per così dire, un
“Dna solidale”. Giunti a ridosso del raduno, come valuta l’esperienza del Fondo da
voi costituito per le famiglie in difficoltà?
R. – Molte famiglie dei Paesi
poveri del mondo saranno accolte gratuitamente. Qui, c’è un grande interessamento
da parte dei loro connazionali. Noi a Milano abbiamo circa 300 mila persone di altri
Paesi. In tanti si sono dati un gran da fare: hanno scritto persino una lettera al
Papa, che consegneremo, e accoglieranno nelle loro comunità i connazionali che arriveranno.
Questa è stata una cosa bella. Poi, anche i nostri sacerdoti fidei donum, e
ne abbiamo tanti nelle varie nazioni, accoglieranno e noi contribuiremo all’ospitalità
delle famiglie con i proventi del Fondo.
D. – Famiglie che decidono, spesso
a costo di non pochi sacrifici, di riunirsi in ogni parte del mondo per manifestare
la propria fede che tipo di messaggio mandano al resto del mondo?
R. – Che
dobbiamo ritornare a mettere la famiglia al centro di tutto, questa famiglia che fuori
dalla porta di casa si accorge di contare poco: al contrario, il trinomio famiglia-lavoro-festa
- che parte dalla famiglia e che la apre al mondo – è invece una cosa su cui noi dobbiamo
riflettere. E dobbiamo riportare la famiglia al centro anche della nostra pastorale.
É una risorsa insostituibile sia per il civile – perché forse la famiglia è l’ammortizzatore
sociale più grande – sia per la pastorale. Noi pensiamo all’educazione dei ragazzi,
ma è anche punto di riferimento essenziale della convivenza civile, della coesione
sociale. Io credo che sul tema famiglia si giochi tanto del futuro del Paese, ma anche
della Chiesa.