Cristiani e musulmani in preghiera per la pace nel Mali sconvolto dal conflitto interno
Nella domenica e nel lunedì di Pentecoste, i cattolici del Mali si sono uniti nella
preghiera interreligiosa, promossa con i protestanti ed i musulmani raccolti nelle
moschee venerdì scorso per chiedere il ritorno alla pace nel Paese africano sconvolto
dal conflitto civile, dopo il golpe militare del 22 marzo scorso, che ha destituito
il presidente Touré, senza trovare unità tra le fazioni in campo. Dalla città Bamako,
giovedì scorso, era partito l’appello alla tolleranza, alla moderazione e alla saggezza
lanciato dal presidente dell’Alto consiglio islamico del Mali, l’imam Mahmoud Dicko,
dall’arcivescovo della capitale, mons. Jean Zerbo e dal pastore della Chiesa protestante,
Daniel Coulibaly. Grande è infatti la preoccupazione dei leader religiosi per gli
ultimi sviluppi politici, che hanno registrato l’aggressione del presidente di transizione,
Traoré, ora ricoverato a Parigi, da parte dei rivoltosi che hanno nominato il capitano
Sanogo, che ha guidato il golpe, nuovo capo di Stato, non riconoscendo gli accordi
firmati con la comunità regionale (Cedeao). I fedeli di diverse religioni insieme
invocano “la concordia sociale e la stabilità delle istituzioni”, ha riferito all’agenzia
Misna padre Timothé Diallo, parroco della cattedrale di Bamako, dove oggi si celebrerà
una Messa solenne “per chiedere al Signore il dono della riconciliazione”. “Nonostante
le differenze dobbiamo tutti unire le forze per la causa del Mali. I capi religiosi
- prosegue padre Timothé - hanno chiesto la massima solidarietà con i nostri fratelli
scappati dal Nord ed auspicato che chi ha preso il potere nelle regioni settentrionali
possa dare prova di rispetto reciproco”. E proprio dal Nord è arrivata ieri la notizia
di un accordo tra i Tuareg del Movimento di liberazione nazionale dell’Azawad e gli
Jihadisti di Anas Dine per la creazione di uno Stato islamico indipendente, ipotesi
questa respinta dal governo di transizione a Bamako. “Sia le autorità politiche che
la popolazione hanno riaffermato che il Mali è uno e indivisibile”, ha dichiarato
all’agenzia Fides don Edmond Dembele, segretario della Conferenza episcopale del Mali.
“Gli stessi abitanti originari del Nord che si trovano a Bamako, – ha assicurato don
Dembele – sono contrari alla secessione del settentrione ed alla creazione in quell’area
di uno Stato islamico”, che “spaventa inoltre tutti i Paesi vicini, ad iniziare da
quelli che fanno parte del Cedeao”. “Vedremo nei prossimi giorni – ha concluso don
Dembele – quali saranno le reazioni”, “che potrebbero prevedere azioni militari”.
(A cura di Roberta Gisotti)