Benedetto XVI celebra i 35 anni della sua ordinazione episcopale
Oggi Benedetto XVI celebra il 35.mo anniversario della sua ordinazione episcopale,
avvenuta nella cattedrale di Monaco il 28 maggio 1977. Joseph Ratzinger veniva chiamato
da Paolo VI a diventare arcivescovo di Monaco e Frisinga. Una ricorrenza che segue
di poco il settimo anniversario dell’inizio del Pontificato e il suo 85° compleanno:
eventi che gli hanno fatto sentire la vicinanza di tante persone. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
Il Papa ha
sentito molto l’affetto dei fedeli che si sono stretti intorno a lui in questo periodo
di gioie ma anche di sofferenze. Ha sentito molto le preghiere di tante persone semplici
e ha chiesto di continuare a sostenerlo con la preghiera perché “con l’aiuto dello
Spirito Santo possa perseverare” nel suo servizio a Cristo e alla Chiesa:
“Fin
dal primo momento della mia elezione come Successore di San Pietro, mi sono sempre
sentito sorretto dalla preghiera della Chiesa, dalla vostra preghiera, soprattutto
nei momenti più difficili. Vi ringrazio di cuore. Con la preghiera costante e fiduciosa,
il Signore ci libera dalle catene, ci guida per attraversare qualsiasi notte di prigionia
che può attanagliare il nostro cuore, ci dona la serenità del cuore per affrontare
le difficoltà della vita, anche il rifiuto, l’opposizione, la persecuzione”. (Udienza
generale del 9 maggio 2012)
Benedetto XVI constata con dolore che “a Satana
è stato concesso di vagliare i discepoli visibilmente davanti a tutto il mondo”. Ma
sa che la casa costruita sulla roccia non cade durante la tempesta. E invita ad imitare
la prima comunità cristiana:
“Di fronte al pericolo, alla difficoltà, alla
minaccia, la prima comunità cristiana non cerca di fare analisi su come reagire, trovare
strategie, come difendersi, quali misure adottare, ma, davanti alla prova, si mette
in preghiera, prende contatto con Dio … la richiesta che la prima comunità cristiana
di Gerusalemme formula a Dio nella preghiera non è quella di essere difesa, di essere
risparmiata dalla prova, dalla sofferenza, non è la preghiera di avere successo, ma
solamente quella di poter proclamare … con franchezza, con libertà, con coraggio,
la Parola di Dio”. (Udienza generale del 18 aprile 2012)
Parla di Gesù
che nel Getsemani “vede la marea sporca di tutta la menzogna e di tutta l’infamia
che gli viene incontro in quel calice che deve bere”. Ma nella certezza che la Pentecoste
vince la Babele delle divisioni.
“Mi trovo di fronte all’ultimo tratto
del percorso della mia vita e non so cosa mi aspetta” – ha detto in occasione dei
suoi 85 anni - ma so che la luce di Dio c’è, che Egli è risorto, che la sua luce
è più forte di ogni oscurità, che la bontà di Dio è più forte di ogni male di questo
mondo”.