Beatificata Madre Saint-Louis, fondatrice delle Suore della Carità di San Luigi
Nel giorno di Pentecoste è stata proclamata Beata Madre Marie-Louise de Lamoignon,
religiosa che visse ai tempi della Rivoluzione francese. Il Papa l'ha ricordata al
Regina Caeli: "questa esemplare testimone dell'amore per Dio e per il prossimo" -
ha detto - "ci insegna come, con l'aiuto dello Spirito Santo, possiamo aprire il nostro
cuore delicatamente per raggiungere gli altri nella loro differenza, fragilità e povertà".
Madre Marie-Louise, di origine nobile, contessa andata in sposa al cugino, una volta
rimasta vedova prese i voti e nel 1803 fondò le Suore della Carità di San Luigi. A
rappresentare il Papa nella Messa di Beatificazione a Vannes, in Francia, il cardinale
Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. il servizio di Roberta
Barbi:
Il lusso
e i fasti non la interessavano: fin da piccola Marie-Louise de Lamoignon era più propensa
alla preghiera e alla vita spirituale che alle feste di corte. Secondo l’uso dell’epoca,
sposò giovanissima il cugino, conte Molé di Champlâtreux e insieme con lui fece la
scelta di una vita semplice e povera, nonostante le ricchezze non mancassero, in unione
al popolo di Parigi, a un passo dalla Rivoluzione, che intorno al mondo dorato della
nobiltà sprofondava, invece, sempre più nella miseria. Il cardinale Amato ci
ricorda il particolare carisma della nuova Beata:
“La Beata Mère Saint-Louis
fece fruttificare le sue doti di natura e di grazia, parlando la lingua della carità
evangelica, che invita concretamente a dare da mangiare agli affamati, da bere agli
assetati, a servire e aiutare i poveri, a istruire gli ignoranti, a educare i piccoli
nella via della virtù”.
La vita non risparmierà a Marie-Louise uno dei
dolori più grandi: il marito sarà ghigliottinato ingiustamente durante il Terrore,
il periodo più buio della Rivoluzione. Rimasta sola, il suo cuore guariva lentamente,
consolato dal Signore che aveva sacrificato il Suo Figlio prediletto, e perdonò gli
assassini del marito. Fu così che si avvicinò alla Croce, della quale si sentiva figlia,
soffrendo per la sofferenza degli uomini, ma anche per la sofferenza di Dio e impegnandosi,
sull’esempio di Cristo, ad amare “i suoi che erano nel mondo fino alla fine” (Gv 13,1).
Questo chiedeva, alle sue sorelle delle Figlie della Carità, la congregazione da lei
fondata: di formarsi sul modello di Maria ai piedi della Croce:
“Le sue
Figlie sono chiamate a imitare l’esempio e a condividere l’anelito alla santità e
all’apostolato della carità della madre fondatrice. Mère Saint-Louis invita, poi,
tutti noi a vivere la vita di grazia e a collaborare alla costruzione della civiltà
dell’amore con la nostra personale santificazione”.
Stringendo al petto
il crocifisso dal quale non si separava mai, Madre Saint-Louis morì a Vannes nel 1825,
lampada luminosa di carità e bontà, capace di indicare a tutti il cammino da seguire,
come solo i Santi sanno fare: contrastando le opere della carne con le opere dello
Spirito. E di Santi, la Chiesa oggi ha più che mai bisogno, come ha ricordato, infine,
il cardinale Amato:
“Oggi la Chiesa e la società hanno bisogno di Santi,
che disintossicano l’umanità, avvilita dal male dell’idolatria, dell’inimicizia, della
discordia, della gelosia”.