2012-05-26 14:17:39

Sdegno e orrore per il massacro di bambini ad Hula. Il nunzio: dolore immenso


Sdegno ed orrore nel mondo per i massacri in Siria. Altri civili sono stati uccisi ieri, dopo la strage a Hula, in cui sono morte almeno 92 persone tra cui 32 bambini. Nella città è arrivato un team di osservatori delle Nazioni Unite. Il capo degli osservatori dell'Onu il generale Robert Mood ha condannato oggi come ''una brutale tragedia'' il massacro ad Hula. Gli osservatori, ha aggiunto, ''hanno confermato (...) l'impiego dei cannoni dei carri armati''. In diverse province la gente è scesa in piazza in segno di protesta. Il Consiglio nazionale siriano ha chiesto una riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per "determinare le responsabilità”. Gli oppositori hanno fatto sapere di non voler rispettare il cessate il fuoco, previsto dal piano di Kofi Annan, fino a quando non verranno prese misure per proteggere la popolazione. Dura la condanna della comunità internazionale. Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente a Damasco, mons. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria:RealAudioMP3

R. – Direi che purtroppo queste notizie sono abbastanza ripetute e molto tristi. Fa male, fa male a tutti… E’ un dolore veramente immenso che colpisce tutte le persone che hanno un minimo di umanità. Di fronte a questo quadro così terribile, non bisogna neanche dimenticare il panorama vario della realtà, anche dei semi di speranza, dei semi di bontà in questa marea di violenza e di sangue.

D. – Ci racconta qualcosa di questo?

R. – Sto raccogliendo, qua e là, esempi di presenza sul posto con le persone che soffrono, con le persone che sono colpite da questo conflitto: alle volte presenze eroiche, testimonianze eroiche molto belle di uomini, di donne, di religiosi, di religiose, di sacerdoti. E non solo, anche esempi di accoglienza, gli uni con gli altri: la gente che si trova in queste situazioni scavalca le barriere anche religiose e si aiuta reciprocamente. Ieri mattina mi ha chiamato una persona che mi tiene informato sugli incontri che fanno alcuni - questo è il quarto – appartenenti a differenti religioni: ci sono cristiani, ci sono sacerdoti, ci sono capi musulmani, capi di diverse confessioni religiose, c’è anche qualche autorità. E tutto questo è iniziato proprio in una zona dove infuria la violenza: proprio nella città di Homs! Questi capi religiosi e autorità religiose hanno cominciato da un po’ di tempo a reagire e a incontrarsi: sono circa 25. In tutta amicizia, apertura e sincerità cominciano a dire che bisogna reagire e cominciano anche a prendere in visione alcuni problemi concreti. Sul tappeto è stato messo il problema delle persone scomparse e hanno detto che qui bisogna che ciascuna parte, ciascuno di noi, faccia tutto il possibile per la riconciliazione e per trovare delle soluzioni, che nascano sul terreno. Ben inteso, abbiamo bisogno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni ma è bello vedere questi semi, anche piccoli semi, di speranza che nascono sul posto.

D. - Mons. Zenari, sembra che non si debba parlare più soltanto di forze governative e di forze di opposizione: addirittura il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, parla di una forza terrorista che si è insediata in Siria. È così: una logica di violenza che va al di là delle rivendicazioni di democrazia, di diritti umani?

R. – Purtroppo c’è il pericolo di uno sfasciamento dell’ordine pubblico, della società civile a causa di queste forze così diaboliche… Anche qui occorre reagire e direi reagire anche noi come credenti, come credenti cristiani, musulmani o di altre religioni: qui è molto forte l’aspetto religioso, perché è tra i primi valori. Bisogna prendere quindi in mano quest’arma della preghiera, sia cristiani che musulmani: pregare per la riconciliazione, pregare per la pace.

Ultimo aggiornamento: 27/5/2012







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