Da Babele a Pentecoste: l’editoriale di padre Lombardi
Nella lotta contro il male “è molto importante avere degli amici”: è un passaggio
del discorso che il Papa ha rivolto ai cardinali lunedì scorso, durante un’occasione
conviviale di ringraziamento per il suo 85.mo compleanno e per il settimo anno di
Pontificato. Proprio su questo breve ma intenso intervento di Benedetto XVI si sofferma
il nostro direttore padre Federico Lombardi nel suo editoriale per il settimanale
informativo “Octava dies” del Centro Televisivo Vaticano:
Nelle brevi
parole rivolte lunedì scorso ai cardinali di Roma, il Papa ha parlato del combattimento
della Chiesa nel suo cammino attraverso il tempo. Chiesa “militante” – come si diceva
una volta – cioè che lotta per il bene e contro il male, un male a volte evidente
prepotente e violento, a volte insidioso sottile e mascherato sotto veste di bene.
Il Papa riprendendo Sant’Agostino ha descritto la dimensione interiore della lotta
come alternativa fra due amori: quello di sé che porta a dimenticare Dio, e quello
di Dio, che porta alla dimenticanza di sé.
Sant’Ignazio di Loyola, in un passaggio
cruciale del cammino degli “Esercizi spirituali”, con immagini diverse ci dice la
stessa cosa: dobbiamo scegliere se stare sotto la bandiera del demonio o sotto quella
di Gesù. Sotto la prima ci si arruola cercando la ricchezza, l’onore vano, la superbia,
e di qui tutti gli altri vizi; sotto quella di Gesù amando la povertà – spirituale
e materiale -, le umiliazioni, l’umiltà, e di qui tutte le altre virtù. Chiaro, no?
Attuale, non è vero?
Sant’Ignazio dice che nella prima direzione ci attirano
spiriti ingannatori, che promettono felicità, ma in realtà tendono reti e lacci sul
nostro cammino e ci rendono schiavi; nella seconda direzione – quella buona – ci invitano
“i servi e gli amici” di Gesù, maestri di spirito e di discernimento evangelico. Anche
il Papa ha parlato dei “buoni amici” che ci accompagnano e ci aiutano a restare con
il Signore nel corso della lotta. Domandiamo insieme il dono dello Spirito di discernimento,
di consolazione e di fortezza, anche nelle “notti oscure” dei nostri tempi, in modo
che dalla confusione di Babele, che insidia sempre la società e la Chiesa, passiamo
continuamente al dialogo e alla comunione della Pentecoste.