Settimana europea contro il cancro: crescono le speranze di guarire
Iniziata la Settimana Europea contro il cancro: un evento che terminerà il 31 maggio
in concomitanza con la Giornata mondiale senza tabacco. Oggi, la ricerca scientifica
della medicina oncologica è arrivata a terapie sempre più mirate. Il prof. Francesco
Schittulli, presidente nazionale della Lega italiana per la lotta contro i tumori,
spiega, al microfono di Eliana Astorri, l’importanza dei risultati raggiunti:
R. – Stiamo
parlando della malattia che è la più antica e la più crudele che abbia colpito l’uomo.
Una malattia della quale conosciamo già molto grazie all’era che stiamo vivendo, che
è l’era post-genomica: con la decodificazione del nostro Dna, a partire dal 2000,
sappiamo come è fatto il nostro corpo. E abbiamo anche la possibilità di sezionare
strato per strato qualunque nostro organo. Questo ci porta a far sì di poter meglio
conoscere le eventuali lesioni che possano annidarsi nel nostro corpo. Una malattia
tipicamente occidentale, una malattia tipicamente legata anche al benessere e allo
stato sociale; una malattia ambientale su base genetica. Che significa questo? Che
è l’ambiente che va a modificare, ad alterare, a mutare i nostri geni e a distanza
di tempo, con tappe multiple, a poter sviluppare cancro. Ma l’ambiente è tutto ciò
che è esterno all’uomo; ma l’ambiente viene fatto dall’uomo: è l’uomo che produce,
che modifica l’ambiente. Quindi, in un certo senso, è l’uomo stesso che determina
lo sviluppo di questa malattia che è sì, ancora al secondo posto come incidenza, ma
direi che è sempre più mortale rispetto alle malattie cardiocircolatorie. E questa
la dice lunga sull’impegno che tutta l’Europa – ma io dire, tutto il pianeta – è obbligato,
anche da un punto di vista morale, etico, a perseguire. Perché noi dobbiamo cercare
di passare il testimone della vita e non della morte e non della sofferenza, alle
nuove generazioni.
D. – Il tumore è una malattia sempre più curabile?
R.
– E’ una malattia non più soltanto curabile, come tutte le altre malattie, ma è una
malattia guaribile e la guaribilità del cancro, che 30 anni fa era attestata intorno
al 40% oggi, invece, ha superato il 60%. E abbiamo una guaribilità che registriamo
nel 61% dei casi. Ma oggi già noi potremmo, nel nostro Paese, l’Italia, garantire
una guaribilità dell’80% dei casi, se ponessimo nelle condizioni ogni cittadini, ogni
persona, a sottoporsi a controlli periodici, regolarmente, ed effettuati nelle strutture
sanitarie.
D. – Qual è l’ostacolo da superare, attualmente, per combattere
e sconfiggere il cancro?
R. – Oggi noi abbiamo da combattere i cosiddetti big
killers che sono rappresentati dal tumore al polmone, al colon retto, alla prostata,
alla mammella per quanto riguarda i due sessi. Il big killer numero uno per la donna
è rappresentato in effetti dal tumore alla mammella: un tumore che aumenta di anno
in anno, però paradossalmente di anno in anno sta diminuendo la mortalità. Questo
è dovuto al fatto che evidentemente ci si ammala di più e si muore di meno, perché
oggi disponiamo di una tecnologia diagnostica avanzata. E’ vero che la ricerca arriverà
a darci la pillola, a scoprire la molecola che, somministrata soprattutto agli individui,
alle persone con maggiori rischi, potrà non far sviluppare questa malattia. Ma oggi
noi abbiamo la possibilità di prevenire il cancro: lo si previene con la diagnosi
precoce, lo si previene con la prevenzione primaria, cioè con corretti stili di vita.
Una corretta alimentazione, la lotta al tabagismo e alla cancerogenesi ambientale
professionale, la stessa regolare attività fisica impedisce – o rallenta – lo sviluppo
di un cancro.