Padri agostiniani aggrediti e malmenati nella chiesa romana di Santa Rita
Vile aggressione alla comunità degli Agostiniani nella parrocchia romana di Santa
Rita a Tor Bella Monaca. Questa notte tre malviventi hanno preso in ostaggio i religiosi
e picchiato selvaggiamente due di loro, ora ricoverati al vicino Policlinico di Tor
Vergata. Questa mattina il vescovo ausiliare per il settore est della capitale, mons.
Giuseppe Marciante, si è recato in visita al nosocomio per esprimere la sua vicinanza
alla comunità agostiniana. Al microfono di Davide Dionisi la testimonianza
del priore, padre Pietro Bellini:
R. - Sono entrati
nella comunità tre malviventi, ci hanno sequestrato con le armi, hanno malmenato il
parroco e un altro confratello, ci hanno costretti ad aprire la cassetta di sicurezza
che avevamo e se ne sono andati. Avevano una pistola, un fucile a canne mozze e dei
bastoni. I due confratelli che sono stati malmenati ora sono ricoverati in ospedale.
D. - Come stanno i due confratelli al momento?
R. - Stanno abbastanza
bene, al di là di qualche ammaccatura e la paura…
D. - La vostra è una parrocchia
che possiamo definire di prima linea per la realtà sociale in cui si trova. Il tessuto
sociale di Tor Bella Monaca è un tessuto con un elevato tasso di delinquenza …
R.
- Sì, la cronaca parla spesso di Tor Bella Monaca, ma io vorrei dire - anche a nome
di tantissime persone che collaborano con la parrocchia - che non si meriterebbe il
nome e la fama che ha sui quotidiani, sulle cronache quotidiane…. C’è tanta buona
gente, ma ovviamente, essendo un quartiere disagiato, certe cose purtroppo succedono.
D.
- Cosa cercavano i malviventi, padre Pietro?
R. - Evidentemente cercavano soldi.
Stiamo celebrando la Patrona della parrocchia, Santa Rita, e ci sono dei festeggiamenti
popolari. Evidentemente hanno seguito un po’ le serate che abbiamo organizzato e hanno
pensato che avessimo dei soldi. Probabilmente erano stranieri e debbo dire non rumeni,
perché hanno parlato in una lingua che non era rumena, ma erano stranieri.
D.
- Il sistema di sicurezza adesso è stato potenziato intorno alla parrocchia, dopo
questo vile attacco?
R. - Proprio in questi giorni dovevamo allestire un sistema
di videosorveglianza, ma non abbiamo fatto in tempo! Tutto questo ci solleciterà a
farlo immediatamente… Le forze dell’ordine sono comunque sempre presenti; abbiamo
anche una postazione della Protezione Civile che ospitiamo all’interno della parrocchia
per rendere lo spazio un poco più sicuro. Abbiamo un oratorio, dove normalmente vengono
3-400 bambini ogni giorno e soprattutto nel pomeriggio, e quindi vorremmo creare un’isola
sicura e normalmente lo è!
D. - Padre Pietro, in passato avete subito attacchi
del genere?
R. - In questa forma di rapina vera e propria, no, piccoli furti,
spesso…
D. - Pensa che questa sia un’escalation negativa, quindi?
R.
- No, speriamo sia stato un caso unico e che non si ripeterà. Lo speriamo. Certo è
stato un episodio forte perché si è trattato di una rapina a mano armata, credo simile
a quelle rapine che fanno nelle ville. Hanno usato lo stesso sistema: ci hanno sequestrati
tutti in una stanza e poi hanno usato anche molta violenza gratuita.