Vescovi europei: etica, spiritualità e politica per uscire dal disorientamento
“Il contributo dell’etica e della spiritualità verso un ordine economico sostenibile”
è stato il tema dell’incontro che si è svolto ieri sera a Bruxelles, nella sede e
per iniziativa della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece)
, in collaborazione con la Commissione Chiesa e società della Conferenza delle Chiese
europee (Cec). A confrontarsi sul tema sono intervenuti mons. André-Joseph Léonard,
arcivescovo della diocesi di Bruxelles-Malines, ed Edy Korthals Altes, ambasciatore
emerito dei Paesi Bassi, moderati dal segretario della Comece, mons. Piotr Mazurkiewicz.
La questione di fondo che ha orientato le riflessioni, posta dal segretario della
Comece, è se “una delle ragioni soggiacenti alle tante crisi dell’Europa oggi (economica,
sociale, politica, demografica...) non sia la mancanza di spiritualità”. “Assistiamo
al fallimento del sistema neo-liberista”, ha precisato l’ambasciatore Korthals Altes,
“ma la crisi è più profonda, e ha le sue radici in una società disorientata, in cui
si vivono relazioni distorte tra l’uomo, la natura e i beni, a causa della perdita
del senso del trascendente”. Questo ha in sé “fattori etici evidenti: assenza di moralità
e integrità anche e soprattutto nell’élite politica ed economica”, ma ci sono anche
“fondamenti spirituali che occorre riconsiderare, ritrovando la relazione creativa
con le origini della nostra esistenza”. Per recuperare il senso della trascendenza
“è necessario da un lato che le Chiese cristiane compiano un’autocritica per capire
se ciò che dicono riflette la loro essenza più profonda e se il loro linguaggio può
essere compreso e, dall’altro lato, che si aprano alla cooperazione con coloro che
si dicono non-credenti o non-religiosi per affrontare insieme la crisi e trovare impegni
per un futuro sostenibile”, ha spiegato Altes. “Quando la ricerca del profitto e le
leggi del mercato sono sacralizzate - ha detto mons. André-Joseph Léonard - c’è un
problema. Invece il bene comune è ugualmente lontano dal collettivismo e dall’individualismo;
esige sacrifici da parte dell’individuo, senza annullarlo, perché implica la ricerca
della valorizzazione di ciascuno”. “La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
è stata una pietra miliare perché ha rappresentato da parte della politica il riconoscimento
- e non la concessione - di diritti pre-esistenti. Allo stesso modo, esiste un ordine
ideale, sotteso alla realtà, che occorre riconoscere e che precede l’ordine politico,
economico, sociale” ha affermato l’arcivescovo di Bruxelles-Malines. In questa ricerca,
“la spiritualità, che è apertura alla trascendenza ha un ruolo fondamentale”. Mons.
Léonard ha inoltre precisato: “Esistono tanti tipi di spiritualità, ma la spiritualità
cristiana ha la specificità di credere in un Dio incarnato” in cui dimensione trascendente
e dimensione dell’esistenza umana s’incontrano. E nel dibattito ha ribadito che “la
fede deve essere contemporaneamente rivolta a Dio e all’uomo, in maniera distinta,
ma profondamente unita”. “Se fossimo in grado di mantenere la sfera verticale, riconosceremmo
altri valori, oltre alla sfera materiale e saremmo in grado di sviluppare un modello
economico e di sviluppo più maturo”, gli ha fatto eco l’ambasciatore Altes. (R.P.)