L'esclusione di Dio dalla società, cuore della crisi che ferisce l'Europa. Così il
Papa ai vescovi italiani
Il cuore della crisi, spirituale e morale, che ferisce l’Europa passa dall’esclusione
di Dio, “grande sconosciuto” del nostro tempo. Così il Papa nell’udienza ai vescovi
italiani riuniti in questi giorni in Vaticano in assemblea plenaria. Compito della
Chiesa, ha spiegato Benedetto XVI, è “introdurre gli uomini e le donne del nostro
tempo alla relazione con Dio, garante della nostra felicità”. Il servizio è di Paolo
Ondarza:
E’ l’esclusione
di Dio, il secolarismo, il cuore della crisi che ferisce l’Europa. Soprattutto nelle
società di antica tradiaizone cristiana – constata il Papa incontando i vescovi italiani
- l’uomo, oggi, pretende di avere identità compiuta semplicemente in se stesso, esclude
Dio dal proprio orizzonte, gli è indifferente o lo relega nell’ambito soggettivo
ad un fatto privato, intimo, marginalizzato dalla coscienza pubblica:
“Il
patrimonio spirituale e morale in cui l’Occidente affonda le sue radici e che costituisce
la sua linfa vitale, oggi non è più compreso nel suo valore profondo, al punto che
più non se ne coglie l’istanza di verità. Anche una terra feconda rischia così di
diventare deserto inospitale e il buon seme di venire soffocato, calpestato e perduto”.
Diminuzione
della pratica religiosa, nella partecipazione all’Eucarestia e alla Confessione e
mancato senso di appartenenza ecclesiale tra i battezzati sono solo alcuni dei segni
di questa perdita di orientamento della società occidentale nella quale tuttavia non
è assente il desiderio di Dio:
“Non manca di riemergere, a volte in maniera
confusa, una singolare e crescente domanda di spiritualità e di soprannaturale, segno
di un’inquietudine che alberga nel cuore dell’uomo che non si apre all’orizzonte trascendente
di Dio”.
Da qui l’appello rivolto da Benedetto XVI ai vescovi italiani
ad un rinnovato impulso che punti al cuore della fede e della vita cristiana:
“In
un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente
un grande personaggio del passato, non ci sarà rilancio dell’azione missionaria senza
il rinnovamento della qualità della nostra fede e della nostra preghiera; non saremo
in grado di offrire risposte adeguate senza una nuova accoglienza del dono della Grazia;
non sapremo conquistare gli uomini al Vangelo se non tornando noi stessi per primi
a una profonda esperienza di Dio”.
La prima condizione per parlare di Dio
– ha detto il Santo Padre ai presuli italiani – è parlare con Dio, diventare sempre
più uomini di Dio, nutriti da un’intensa vita di preghiera e plasmati dalla sua Grazia.
Occorre lasciarsi trovare e afferrare da Dio, per aiutare ogni persona ad essere raggiunta
dalla Verità.
“E’ dalla relazione con Lui che nasce la nostra comunione
e viene generata la comunità ecclesiale, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi
per costituire l’unico Popolo di Dio”.
Missione della Chiesa è dunque ricondurre
l’uomo d’oggi spesso distratto ad un rinnovato incontro con Gesù cristo, via verità
e vita. Questo lo scopo dell’Anno della Fede che – ha ricordato il Pontefice - inizierà
l’11 ottobre prossimo: sarà l’occasione per guidare gli uomini e le donne del nostro
tempo a comprendere che “compiere la volontà di Dio non è un limite alla libertà,
ma è essere veramente liberi”.
"Dio è il garante, non il concorrente, della
nostra felicità, e dove entra il Vangelo – e quindi l’amicizia di Cristo – l’uomo
sperimenta di essere oggetto di un amore che purifica, riscalda e rinnova, e rende
capaci di amare e di servire l’uomo con amore divino".
Ai vescovi Benedetto
XVI ha affidato il compito di formare persone adulte nella fede, il cui riferimento
fondamentale nella vita è Gesù Cristo. In questo cammino formativo il Papa ha indicato
l’importanza del Catechismo della Chiesa Cattolica, a vent’anni dalla pubblicazione.
Ricordando il 50.mo anniversario dall’inizio del Concilio Vaticano II, il Papa ne
ha rimarcato l’obbiettivo, sempre attuale: trasmettere pura e integra la dottrina,
in modo nuovo e in continuità con la tradizione millenaria della Chiesa:
“Con
tale chiave di lettura e di applicazione, nell’ottica non certo di un’inaccettabile
ermeneutica della discontinuità e della rottura, ma di un’ermeneutica della continuità
e della riforma, ascoltare il Concilio e farne nostre le autorevoli indicazioni, costituisce
la strada per individuare le modalità con cui la Chiesa può offrire una risposta significativa
alle grandi trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo, che hanno conseguenze
visibili anche sulla dimensione religiosa”.
Benedetto XVI ha salutato il
presidente dei vescovi italiani il cardinale Angelo Bagnasco, felicitandosi per la
sua riconferma alla guida della Cei. Quest’ultimo ha ringraziato il Successore di
Pietro per la sollecitudine manifestata nelle sue visite pastorali in Italia: l’ultima
nella diocesi di Arezzo, Cortona Sansepolcro, la prossima a Milano per l’Incontro
Mondiale delle Famiglie.