Elezioni in Egitto. Mons. Hanna: “Un evento storico scegliere liberamente il nuovo
presidente”
Seconda giornata di voto, in Egitto, che dovrà scegliere il nuovo presidente. Si tratta
delle prime elezioni dopo la fine del regime di Hosni Mubarak, elezioni per le quali
c’è grande attesa in termini di credibilità e trasparenza. “Un evento storico, particolare,
per l’Egitto che, forse per la prima volta nella sua storia, si trova a scegliere
liberamente il suo presidente”, ha dichiarato all'agenzia Sir mons. Botros Fahim Awad
Hanna, vescovo ausiliare copto-cattolico di Alessandria. “In passato - ha aggiunto
- le elezioni presidenziali erano in qualche modo pilotate, quasi una formalità. Il
fatto che il popolo ora possa scegliere tra un novero di oltre dodici candidati nel
segreto dell’urna credo sia un frutto della rivoluzione di piazza Tahrir”. Accanto
al sentimento di soddisfazione, però, anche qualche perplessità: “Non siamo ancora
abituati alla democrazia, permane una certa preoccupazione tra la gente perché il
futuro è ignoto. La paura si sente soprattutto tra le minoranze che temono che gli
islamisti vadano ad occupare tutti i centri di potere dell’Egitto e, quindi, anche
la presidenza. Con una deriva integralista è a rischio l’identità stessa dell’Egitto”.
Riguardo al voto dei cristiani, mons. Hanna ha precisato che nessuna indicazione è
giunta, ma solo l’invito a tenere in considerazione “i valori fondamentali per la
scelta del candidato”. Ingente lo schieramento di forze di sicurezza e, con loro,
anche 14.500 giudici e 65mila impiegati pubblici; allo scopo di monitorare il voto
sono presenti anche 49 organizzazioni locali e 3 straniere, tra cui il Carter Centre
dell’ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter. (G.M.)