Darfur. Limitazioni a Msf: in 100 mila senza assistenza sanitaria
Almeno 100mila persone sono rimaste senza assistenza sanitaria nel nord del Darfur,
la turbolenta regione sudanese dove da anni imperversa il conflitto tra i separatisti
e le truppe di Khartum. In seguito alle crescenti limitazioni imposte dalle autorità
sudanesi, l‘organizzazione Medici Senza Frontiere (Msf) è stata infatti costretta
a sospendere gran parte delle attività mediche nello Jebel Si, nello stato del Darfur
settentrionale. Msf è l‘unica organizzazione che fornisce assistenza sanitaria in
quella zona. Negli ultimi tempi nessun invio di farmaci o di forniture mediche è stato
più autorizzato, e Msf ha avuto sempre più difficoltà nell‘ottenere i permessi di
lavoro e di viaggio per i propri operatori, ha riferito all'agenzia Sir Alberto Cristina,
responsabile delle attività di Msf. Contemporaneamente, le possibilità di trasporto
da e verso Jebel Si sono state interrotte. Attualmente Msf è in grado di garantire
solo assistenza nutrizionale limitata, consulenze prenatali ed educazione sanitaria.
“Se non ci viene permesso di garantire l’approvvigionamento di farmaci e forniture
mediche al nostro ospedale e ai piccoli centri sanitari - avverte Cristina -, presto
potrebbero scoppiare epidemie e aumentare i decessi di madri e neonati durante il
parto, rischiando di raggiungere livelli di emergenza”. Msf chiede al governo del
Sudan di garantire il supporto necessario a riprendere il lavoro svolto finora e fornire
assistenza medica alla popolazione. (M.G.)