Kenya: seminario dei vescovi dell'Africa orientale sull'"Africae Munus"
Riflettere sulle strategie della comunicazione più idonee all’attuazione dell’Africae
Munus, l’esortazione apostolica post-sinodale siglata da Benedetto XVI nel novembre
2011: con questo obiettivo, si è aperto oggi a Nairobi, in Kenya, un seminario organizzato
dall’Amecea, l’Associazione dei membri delle Conferenze episcopali dell’Africa orientale.
I lavori, che proseguiranno fino a venerdì 25, vedranno la partecipazione di esponenti
provenienti dalle Chiese di Kenya, Tanzania, Uganda, Etiopia, Sudan, Zambia, Eritrea,
Malawi, Somalia e Gibuti. Al centro dell’incontro, in particolare, i temi della riconciliazione,
giustizia e pace, già linee-guida del secondo Sinodo speciale per l’Africa, svoltosi
nel 2009. Come afferma padre Philip Odii, segretario generale delle Comunicazioni
sociali per la Chiesa in Uganda, “lo scopo dell’incontro di Nairobi è quello di condividere
le idee su come le popolazioni possano promuovere riconciliazione, giustizia e pace
nelle proprie regioni, guardando al documento pontificio come ad una guida”. “I delegati
al seminario – continua padre Odii – discuteranno apertamente a favore di un’economia
regionale che si prenda cura dei poveri e si opponga risolutamente ad un sistema ingiusto
che, con il pretesto di ridurre la povertà, ha spesso contribuito ad aggravarla”.
Quindi, il segretario generale delle Comunicazioni sociali ugandese ribadisce: “Dio
ha dato all’Africa risorse naturali notevoli. Considerata la povertà cronica della
popolazione del continente, che subisce gli effetti dello sfruttamento e dell’appropriazione
indebita dei fondi a livello sia locale che estero, l’opulenza di alcuni gruppi sconvolge
le coscienze”. Per questo, sottolinea padre Odii, “la Chiesa deve parlare contro un
sistema ingiusto che impedisce alle popolazioni africane di consolidare l’economia
del Paese e di svilupparsi secondo le proprie caratteristiche culturali”. Ricordando
che “spetta alla Chiesa battersi affinché ogni persona possa essere protagonista del
proprio progresso economico e sociale”, padre Odii punta il dito contro gli uomini
d’affari, i governi e i gruppi finanziari che sfruttano le risorse naturali, inquinando
l’ambiente e causando la desertificazione. Durante i lavori del seminario, quindi,
ampio spazio sarà dato anche alla gestione dell’ecosistema e alla conseguenta sopravvivenza
dell’umanità. D’altronde, come si legge nell’Africae Munus, conclude il religioso
ugandese, “la Chiesa in Africa è chiamata ad incoraggiare i leader politici a tutelare
beni fondamentali come l’acqua e la terra sia per gli uomini di oggi che per le generazioni
future”. (I.P.)