Cento anni fa nasceva padre Rotondi, testimone del Vangelo tra i poveri e nei mass
media
Ricorre oggi il centenario della nascita di padre Virginio Rotondi, gesuita fondatore
del Movimento "Oasi" e dell'Istituto secolare "Ancilla Domini". Nel 1971 in Brasile,
a Sao Mateus, promosse il “Villaggio Nova Esperança”, una struttura di accoglienza
per i bambini poveri provenienti dalla favelas. Ce ne parla Davide Dionisi:
Quello di padre
Virginio Rotondi è stato sicuramente uno spirito innovativo. Quello che colpisce ancora
oggi, per chi ha letto la sua biografia, è la grande capacità di rapportarsi con gli
avvenimenti del mondo e soprattutto quell’apertura al dialogo che portò dentro le
sue trasmissioni radiofoniche. Frequentatore di uomini politici, di spettacolo e lavoratori,
il sacerdote conobbe i Papi da Pio XII a Giovanni Paolo II. Raccontò un’Italia di
cui lui fu senz’altro un grande protagonista per i suoi rapporti come consigliere
di Papa Pacelli e con gli uomini della storia nazionale economica e politica degli
anni Cinquanta e Sessanta. Il ricordo di mons. Carlos Alberto Azevedo, delegato
del Pontificio Consiglio per la Cultura:
R. – E’ stato un testimone espressivo
della seconda metà del 20.mo secolo, di un’ispirazione cristiana della società, della
politica e della cultura come anche della Chiesa. Non ha fatto finta di non vedere
i problemi, non fu un indifferente calcolatore ma prese la parola.
D. - Lo
scenario della crisi politica dell'Italia mostra aspetti sempre più preoccupanti.
Come avrebbe trattato, in una delle sue consuete rubriche, tali situazioni?
R.
– L’intervento di un "combattente per un tempo nuovo" ci direbbe che non basta la
crescita ma, forse, c’è bisogno della decrescita perché il mondo sia salvaguardato,
la creazione venga rispettata e la politica sia artefice di una profonda rinnovazione
etica e di nuovi orizzonti per il futuro. L’avvenire dell’umanità sarà in pericolo
se non si troverà un altro concetto di sviluppo, come il Papa ha ben esposto nella
‘Caritas in veritate’.
D. - Perché un giovane che vuole far politica o entrare
nel mondo dell’informazione dovrebbe conoscere padre Rotondi?
R. – Perché egli
è stato un grandissimo esempio di fedeltà alla Chiesa e di una profonda attenzione
al mondo. E’ stato un luminoso ‘sì’, come gli piaceva dire: ‘sì’ all’avvenire dell’umanità,
un chiaro ‘sì’ alla santità anche con questi nuovi mezzi, queste nuove tecnologie
e queste nuove reti.
D. - Qual è, secondo lei, l’eredità più importante lasciata
da padre Rotondi?
R. – Una spiritualità molto efficace, questa spiritualità
del servizio concreto per amore. L’essere competente e capace, il rimanere molto attento
a quello che accade intorno e rispondere che è sempre possibile offrire la vita per
tutto quello che si vede. Lascia questa spiritualità efficace, molto attenta alla
società ed alla dimensione della politica attuale, che penso sia sempre un moto di
novità.